Fitch e il rischio fallimento per Carige

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-10-11

L’agenzia di rating taglia il viability rating di Cassa di Risparmio di Genova e giudica come “reale” la possibilità che l’istituto fallisca

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L’agenzia di rating Fitch ha tagliato da B — a CCC+ sia il rating di lungo termine sia il viability rating di Cassa di Risparmio di Genova (Carige). Il secondo rating indica la possibilità che una banca fallisca. Eventualità che, nel caso di Carige, l’agenzia Fitch giudica «una reale possibilità perché l’istituto affronta una sfida per rafforzare il capitale».

Fitch e il rischio fallimento per Carige

Per Fitch, Carige non rispetta i requisiti patrimoniali Pillar 2 (il secondo pilastro degli accordi di Basile II) e per raggiungerli avrebbe bisogno. ad esempio, di un bond che in un anno non è riuscita ad emettere. Il titolo Carige ha perso nell’ultimo mese più del 40% e oggi la banca vale appena 272 milioni di euro, nonostante un aumento di capitale da 550 milioni di fine 2017, e ieri ha segnato un altro -5,77%. Oggi la banca affronta un Consiglio di amministrazione nel quale dovrebbero essere fissate le tempistiche del rafforzamento patrimoniale chiesto dalla Bce, che deve arrivare entro novembre per essere realizzato entro la fine dell’anno.

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Carige a Piazza Affari (Corriere della Sera, 11 ottobre 2018)

La banca ha rintuzzato le accuse dell’agenzia di rating sostenendo che, «nel confronto con i regolatori, non è mai stato espresso alcun riferimento a una eventuale possibilità di fallimento». Fitch, poi, non avrebbe valutato i progressi realizzati dopo l’assemblea sulla governance come sul sostegno finanziario degli azionisti.

Carige prima vittima dello spread

La nota dell’istituto conclude spiegando che l’incontro tra Innocenzi , Modiano e gli uomini di Bce «è stato costruttivo in ottica di un percorso per il rispetto dei requisiti sull’overall capital requirement 2018» e che « si sono analizzate le prospettive future anche in vista della valutazione di possibili alleanze». Il Sole 24 Ore commenta:

Proprio il riferimento all’overall capital requirement fa pensare che, nella riunione del cda di oggi, possa essere affrontato con attenzione il tema dell’emissione del bond. Fonti finanziarie lasciano intendere, peraltro, che il consiglio attenda da Innocenzi e Modiano risultati concreti riguardo all’interlocuzione avuta con Bce.

E tra questi, ad esempio, una dilazione del termine del 30 novembre, fissato dalla Vigilanza per la consegna di un nuovo capital conservation plan, dopo la bocciatura di quello presentato dal precedente board. Secondo altre fonti vicine al dossier, però, nell’incontro di ieri a Francoforte non si è parlato di proroghe.

La Bce non deve aver mollato sull’invito già fatto alla banca di risolvere i propri problemi consegnandosi a un istituto dalle spalle larghe. Si tratta di una prospettiva che non piace a Malacalza, tanto che al nuovo Cda ha affidato il mandato di ristrutturare prima di vendere.

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