Fisica teorica e referendaria

di Tommaso Giancarli

Pubblicato il 2016-04-19

A margine del fine settimana referendario, e in un certo senso in relazione ad esso, alcuni osservatori (specialisti o semplici appassionati) hanno sollevato interessanti quesiti di matematica e fisica teorica; sicché, per meglio analizzarli, è stata convocata una conferenza al centro sportivo dove si allena il Novara calcio, scelto per la sua raggiungibilità da Malpensa. …

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A margine del fine settimana referendario, e in un certo senso in relazione ad esso, alcuni osservatori (specialisti o semplici appassionati) hanno sollevato interessanti quesiti di matematica e fisica teorica; sicché, per meglio analizzarli, è stata convocata una conferenza al centro sportivo dove si allena il Novara calcio, scelto per la sua raggiungibilità da Malpensa.
Per primo ha parlato il professor Cavanna dell’Università di Saragozza, che ha esposto i nudi dati: calcolando infatti gli sfoghi, le riflessioni anche amareggiate, le filippiche passivo-aggressive e le maledizioni ai danni degli indifferenti, insomma tutto il materiale pubblicato dai sostenitori del sì sui social network, si raggiunge un totale di 804.000 oggetti sociali; mentre i piagnistei accorati degli astensionisti, i quali lamentano di essere accerchiati e attaccati dagli insulti altrui e di non poter più vivere nel vortice delle contumelie, superano da soli i 2 milioni e mezzo di attestazioni. Aggiungendo a questi ultimi 345.000 derisioni sul tema petrolio/trivelle e 270.000 battute ironico-nichiliste sull’ipocrisia degli ambientalisti a intermittenza, si arriva a più di tre milioni di oggetti sociali; da ciò si deduce che i post pro-astensione sono circa quattro volte quelli per il sì da cui lamentano di essere assediati e sottoposti a bullismo. Questo fatto, apparentemente illogico, ha stimolato diverse teorie tra i fisici e gli altri specialisti.
teoria-del-tutto-638x425I più tradizionalisti, quali il prof. Szymarik dell’Università di Tarkan, hanno fatto notare che le particelle di carica positiva, e gli oggetti sociali per il sì al referendum possono essere considerati tali, sono di norma di dimensioni molto maggiori rispetto alle particelle astensioniste o gitanti al mare; per questo è normale che un singolo “Io voto sì raga” attiri l’attenzione e le ire di decine e decine di appartententi alla maggioranza più o meno silenziosa. Attorno a un singolo sfogo ingenuamente ambientalista, ha fatto notare Szymarik, possono ruotare su varie orbite numerosissimi sostenitori del diritto di sbattersene, ognuno odiando per conto suo il singolo “sione”.
Altri, cosiddetti eretici, hanno avanzato proposte diverse: che i post per il sì mancanti, di cui cioè ci si lamenta senza che essi effettivamente siano visibili, esistano in realtà ma siano composti di una particolare antimateria, la quale fa sì che nessuno possa vederli singolarmente ma che, in qualche modo, tutti assieme carichino l’ambiente di una valenza positiva; o anche, più antropologicamente, che le rivendicazioni astensioniste rispondano in realtà ad altri stimoli, e che sia scorretto associarli al referendum, perché in realtà sono determinati da movimenti tettonici in Indonesia o mutamenti nelle macchie solari.
In attesa di risolvere l’ardua questione, i fisici si sono dati appuntamento al prossimo referendum, quest’autunno; fino ad allora, terranno d’occhio i rantoli contrapposti e i pianti greci, sempre in nome della scienza e del progresso scientifico e sociale dell’umanità.

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