Filippo Paradiso: il collaboratore di Salvini indagato

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-01-25

Accusato da altri di aver ricevuto somme da un avvocato. Ma lui smentisce tutto e confida nei PM

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Filippo Paradiso, classe 1966, pugliese che in passato ha prestato servizio negli uffici di diretta collaborazione dei vari sottosegretari alla Presidenza del Consiglio, con Prodi, come con Berlusconi. Ora lavora al ministero dell’Interno, come collaboratore della segreteria di Matteo Piantedosi, il capo di gabinetto di Matteo Salvini indagato con il Capitano nell’affaire Diciotti. Ma, scrive oggi Il Fatto Quotidiano, Filippo Paradiso è anche indagato in un filone della mega-inchiesta romana su un presunto giro di sentenze comprate anche al Consiglio di Stato.

Filippo Paradiso: il collaboratore di Salvini indagato

Scrivono Antonella Mascali e Valeria Pacelli che Paradiso viene tirato in ballo in questa indagine dall’avvocato Giuseppe Calafiore, che è stato molto vicino all’ex legale dell’Eni, Piero Amara: entrambi hanno fatto rivelazioni, alcune secretate, che hanno dato spunto a diversi filoni di indagine.

SU PARADISO, Calafiore racconta –ma per averlo saputo de relato–di somme di denaro che gli sarebbero state versate da Amara. Ovviamente sono affermazioni che devono essere riscontrare dai magistrati, anche perché finora non ci sono prove di passaggi di denaro, né Amara ha confermato la circostanza. Intanto, i pm cercano di ricostruire il nesso tra Paradiso e Amara: il sospetto – anche questo da verificare –è che il primo potrebbe essere stato utile al legale per i suoi rapporti con il mondo della politica e magari della magistratura.

consiglio di stato francesco bellomo

Contattato dal Fatto, Paradiso ha spiegato di non aver “avuto mai rapporti personali”con Calafiore, mentre conferma di conoscere Amara, con il quale dice di avere “rapporti di cordialità”. Ma, continua Paradiso, “escludo nel modo piùassoluto di aver ricevuto delle somme denaro. Devo ritenere che nemmeno la Procura dia credito a tali affermazioni, se effettivamente rese, infatti non mi viene contestata la corruzione”. Nella richiesta di proroga delle indagini si fa riferimento al millantato credito, senza però svelare altri elementi della contestazione. “Ho massima fiducia nella giustizia –ha concluso Paradiso –e confido che le indagini dimostreranno la mia assoluta estraneità”.

Oltre la vicenda che riguarda il collaboratore del Viminale, ci sono altri filoni di questa inchiesta tenuti segreti. Come quello in cui è indagato il presidente della Sesta sezione del Consiglio di Stato, Sergio Santoro. È accusato di corruzione in atti giudiziari, ma solo i pm ne conoscono il motivo.

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