Fact checking
Cosa c’è dietro l’ennesima foglia di Fico su Rom e migranti
di Giovanni Drogo
Pubblicato il 2019-06-03
Fico ribadisce l’ovvio e dice che la Repubblica tutela tutti, anche Rom e migranti lasciando intendere di aver letto la Costituzione e parte l’applauso dei grillini di sinistra. Ma perché non ha fatto la voce grossa contro Salvini e Toninelli quando attaccavano le ONG? De Magistris vuole fare l’alleanza con lui? Sappia che a malapena Fico rappresenta sé stesso
Il Presidente della Camera Roberto Fico ieri ha “dedicato” la Festa della Repubblica a migranti e Rom. Al di là delle parole scandalizzate di Salvini, Meloni e sovranari vari Fico ha detto solo l’ennesima ovvietà: «oggi è la festa di tutti quelli che si trovano sul nostro territorio, è dedicata ai migranti, ai rom, ai sinti, che sono qui ed hanno gli stessi diritti».
Roberto Fico: l’arma di distrazione di massa del M5S
Un discorsetto di una banalità disarmante sulla “Repubblica straordinaria” e sulla “bandiera della Repubblica che sventola per tutti”. Fico ha ribadito l’ovvio: ovvero che la Repubblica Italiana tutela tutti i cittadini ed è garante del rispetto dei diritti umani. Questo è quello che c’è scritto nella Costituzione (che infatti viene citata in un post su Facebook). Solo che la Costituzione non esiste da ieri. Fico se ne ricorda solo quando gli conviene. Qualcuno magari si sarà emozionato a sentire il Presidente della Camera finalmente prendere le difese di Rom, Sinti e migranti. Un chiaro segnale a questo Governo che invece in questi mesi ha dimostrato poca attenzione – per non dire altro – nei confronti dei Rom e ha deciso di “chiudere i porti” dichiarando guerra alle Ong e ai migranti. Eppure l’entusiasmo per l’uscita di Fico ci potrebbe far dimenticare che il Presidente della Camera, pur nel suo ruolo super partes è pur sempre espressione della maggioranza di governo.
Ma non c’è solo questo piccolo dettaglio. L’uscita di Fico alla fine è una mossa speculare a quella di quando Salvini usa migranti e Rom – riducendo i primi a potenziali spacciatori e i secondi a parenti dei Casamonica – per fare campagna elettorale. Non c’era alcuna necessità di tirare fuori migranti e Rom durante la Festa della Repubblica se non per fare propaganda sulla pelle di queste categorie di persone. Qualcuno potrebbe anche arrivare a dire che alla fine Fico sta facendo esattamente la stessa cosa che fanno i vari Salvini e Meloni. E non sbaglierebbe poi di molto perché di fatto sta usando migranti e Rom per fare quello che fanno i sovranisti.
Perché Fico non ha fatto la voce grossa contro Salvini e Toninelli quando attaccavano le ONG?
Periodicamente torna fuori (da destra e da sinistra) questa lettura dei pensieri, delle parole e delle opere di Fico come novello Laura Boldrini. Ma non bisogna dimenticarci chi è Roberto Fico. Quello che oggi viene presentato come il rappresentante della componente “di sinistra” del MoVimento 5 Stelle non è altro che uno dei parlamentari del M5S perfettamente organici al partito, altrimenti non sarebbe stato eletto Presidente della Camera. Esattamente come uno dei 5 Stelle Fico aveva iniziato il suo mandato nella XVIII Legislatura con la mossa tipica del grillino: andare a lavoro in autobus. Ad un anno di distanza non risulta che Fico continui ad andare a Montecitorio coi mezzi pubblici. Peccatuccio veniale. Sono altre le cose su cui bisognerebbe chiedere conto a Fico come ad esempio l’irresistibile ipocrisia sul Caso Diciotti.
Cosa ha fatto ad esempio Roberto Fico per fermare la deriva razzista del M5S? Nulla. Anzi quelle volte che ha dato il suo sostegno alle ONG ha dovuto poi precisare che lo stava facendo “a titolo personale”. Fico è funzionale alla propaganda pentastellata quando c’è il bisogno di far vedere che nel M5S non sono appiattiti sulla linea della Lega. Certe dichiarazioni non le fanno fare a Di Maio o a Toninelli, è sempre il Presidente della Camera che ammicca ai buonisti. Senza però mai arrivare ad una rottura con il partito. Perché così come Di Maio tace per non litigare con l’alleato leghista (con il quale ha sottoscritto il contratto di governo) Roberto Fico non porta mai a conclusione le sue dichiarazioni. Il Presidente della Camera è ancora dentro al M5S, significa che di fatto quello che fa il MoVimento gli va bene. Altri magari avrebbero cercato una rottura. Fico invece è uno che si astiene. Perfino quando nei giorni scorsi si è trattato di votare su Rousseau la “fiducia” a Di Maio Fico ha fatto sapere che non avrebbe votato preferendo l’astensione ad un voto contrario.
La fanta-alleanza tra Fico e De Magistris (non ha alcun senso)
E questo sarebbe il leader della fronda interna al MoVimento? Ovviamente no. Perché nel M5S non esiste alcuna “fronda”, quelli che non sono d’accordo con la linea del partito vengono accompagnati alla porta, quelli che invece rimangono dentro ogni tanto si fanno notare per i sussulti di coscienza. Ma sono stati di agitazione temporanei che non producono alcun risultato concreto. Qualcuno forse si ricorderà che durante la genesi dell’esecutivo Conte Fico aveva ricevuto dal Presidente della Repubblica il mandato esplorativo per valutare la possibilità di un accordo di governo M5S-PD. Se le cose non sono andate in porto non è certo solo per colpa del PD, anche visto e considerato che Fico durante la scorsa legislatura era stato quello che aveva bloccato il famoso tentativo di Bersani di fare un governo con l’appoggio del MoVimento 5 Stelle.
In quest’ottica anche l’invito lanciato dalle pagine del Fatto Quotidiano da De Magistris al Presidente della Camera affinché rompa l’alleanza con la Lega per allearsi con Democrazia Autonomia non ha alcun senso. Il sindaco di Napoli ha proposto Fico come suo successore in cambio del sostegno alla sua candidatura in Regione (De Magistris è al secondo mandato). Il problema è che il Presidente della Camera non rappresenta che se stesso e le sue “opinioni personali”. Successivamente Fico ha fatto sapere che i rapporti tra i due sono meramente istituzionali. Tradotto: Roberto Fico non ha alcuna intenzione di far cambiare la linea al suo partito. Il che significa che alla fine l’alleanza con la Lega va bene pure a lui.
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