Le mascherine FFP2 si possono lavare (e riutilizzare)?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-12-27

L’introduzione dell’obbligo di dispositivi di protezione “non chirurgici” e “non di comunità” sui messi pubblici, treni, aerei e per eventi dove c’è il rischio assembramento ha portato a interrogativi sul riutilizzo

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Non più solo chirurgiche. Nel corso di questi due anni di pandemia abbiamo imparato a conoscere la preziosa importanza dei dispositivi di protezione individuale e ad apprezzarne gli effetti. Ora che il governo ha deciso di rendere obbligatorio l’utilizzo di un determinato tipo (ancor più protettivo) a bordo dei mezzi pubblici, sui treni, sugli aerei e in alcuni posti al chiuso, sorge una domanda: si possono lavare le mascherine FFP2? E se sì, per quante volte e con quali modalità? Perché, a differenza delle chirurgiche (che hanno un prezzo calmierato di 50 centesimi cadauna) i dispositivi di protezione di “classe” superiore hanno sì una più elevata resistenza e possibilità di riutilizzo, ma costano anche di più. Per questo motivo proviamo a spiegare quali sono le principali indicazioni per la pulizia e la gestione di questa tipologia di mascherina.

Si possono lavare mascherine FFP2? Tutte le indicazioni sul riutilizzo

I dispositivi di protezione individuale si distinguono in quattro tipi: la mascherina chirurgica, quella FFP1 (capacità filtrante del 72%), quella FFP2 (capacità filtrante del 92%), quella FFP3 (capacità filtrante del 98%) e quella in tessuto (o “di comunità”). Nel corso di questi due anni di pandemia abbiamo imparato a scoprirne le differenze e ora che le FFP2 sono diventate obbligatorie (e non più “fortemente consigliate”) a bordo dei mezzi pubblici e per accedere in luoghi al chiuso come, cinema, teatri, locali di intrattenimento, musei, stadi – come previsto dal dl festività entrato in vigore il 25 dicembre – la gestione e il riutilizzo di questi dispositivi diventa un tema di stretta attualità. Come spiega un approfondimento sul tema pubblicato dal sito ufficiale del Gruppo San Donato:

Le mascherine FFP1, FFP2, FFP3 riutilizzabili, per lo meno sino a quando non sono soggette ad usura dei materiali di cui sono composte, possono essere sanificate in due modi:

  • sostituendo esclusivamente i filtri (in base alle indicazioni del produttore in merito al numero di ore in cui il filtro assicura protezione);
  • lavandole a 60° con un comune detersivo (seguendo le indicazioni del produttore che, generalmente, riporta nelle istruzioni all’uso il numero massimo di lavaggi possibili per non comprometterne la capacità filtrante).

Ovviamente, però, ci sono anche altre indicazioni da seguire, soprattutto per distinguere le diverse sotto-categorie di questi dispositivi.

Attenzione alle etichette

Perché se la mascherina è monouso (se, dunque, ha la sigla NR, non riutilizzabile) non può essere riutilizzata. Discorso diverso per quel che riguarda quei dispositivi di protezione FFP2 (senza valvola esterna) che presentano la sigla “R” (che sta per “riutilizzabile), che può essere utilizzata nuovamente. Ovviamente, in questo caso, la persona – per tutelare se stesso in primis, ma anche gli altri – dovrà valutare il livello di usura. Ed è proprio qui che si può rispondere alla domanda: si possono lavare mascherine FFP2? La risposta è positiva: si possono lavare con un detersivo comune, seguendo le indicazioni scritte sulla confezione da parte del produttore. E questo vale non solo per le modalità di pulizia, ma anche per il numero massimo di lavaggi a cui può essere sottoposto il dispositivo. Perché un eccessivo numero di lavaggi (oltre la soglia massima indicata) potrebbe compromettere la capacità filtrante. In ogni caso rivolgetevi al vostro medico di famiglia o al vostro farmacista di fiducia per un parere definitivo.

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