La fecondazione eterologa nella regione di Comunione & Liberazione sarà a carico delle coppie

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-09-12

Maroni e compagnia decidono su un tema scottante. E lo fanno così

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Arrivato, ma non tanto sospirato. Il via libera della Giunta regionale della Lombardia alla fecondazione eterologa è arrivato, ma con sorpresa. Per lo meno relativamente alle altre regioni. Nella regione di Comunione e Liberazione, infatti, il costo della fecondazione eterologa, contro cui la Chiesa si è battuta nel referendum sulla legge 40, sarà interamente a carico delle coppie che ne faranno richiesta. Si parla di una cifra che gira intorno ai tremila euro. Non è stato così, finora, nelle altre regioni: in Emilia Romagna la fecondazione eterologa sarà gratuita, il Piemonte e la Toscana si stanno orientando verso un costo rispettivamente di 600 e 500 euro. Per la Liguria si parla di una tariffa in base al reddito.
 
LA FECONDAZIONE ETEROLOGA IN LOMBARDIA

L’assessore regionale alla Salute, Mario Mantovani, ha spiegato che il provvedimento entrerà in vigore «a brevissimo, non appena la delibera sarà pubblicata». La delibera prende atto del documento sulla fecondazione eterologa uscito dalla Conferenza delle Regioni, attraverso un’applicazione restrittiva delle norme. Palazzo Lombardia ha stabilito che il costo della prestazione, in attesa che il governo decida se inserire nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) l’eterologa, è a carico dell’assistito. In questa infografica del Corriere della Sera vediamo il riepilogo dei costi della fecondazione eterologa nelle regioni:
fecondazione eterologa quanto costa
Sulla questione costi Mantovani ha spiegato che «queste attività sono da considerarsi a carico degli assistiti» e le tariffe di riferimento «verranno individuate con un atto successivo. Sui costi – ha aggiunto l’assessore – faremo una valutazione, sono molto variabili», e la forbice, per quel che risulta alla Regione, sarebbe compresa tra i 600 e i 3mila euro. All’eterologa, poi, si potrà accedere «solo in caso di infertilità o sterilità assoluta e irreversibile». Anche questa è una particolarità della Lombardia.
 
 
I CENTRI AUTORIZZATI PER LA FECONDAZIONE ETEROLOGA
Per quanto riguarda i centri a cui rivolgersi, spiega l’assessore, sono autorizzati «i 60 centri lombardi di I, II e III livello già autorizzati per l’omologa e iscritti presso l’Istituto Superiore di Sanità». Tuttavia, con l’approvazione del provvedimento di giunta, «sono sospese le procedure per il rilascio di nuove autorizzazioni per le attività di procreazione medicalmente assistita». I centri autorizzati, ha spiegato Mantovani, «potranno procedere all’approvvigionamento di gameti dall’estero ma non comprarli, perché il commercio di gameti è vietato». Sul no alla doppia eterologa (nel caso di coppie in cui entrambi i componenti siano sterili) la Regione ha dovuto pero’ fare un passo indietro. La Consulta, infatti, ha stabilito che va garantita e dunque la Lombardia non ha la facolta’ di bloccarla. Il registro regionale dei donatori, ha comunicato Mantovani, sarà «affidato alla Fondazione Irccs Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico». A protestare, per ora, soltanto Paola Macchi, consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle: «Spese integralmente a carico degli assistiti, criteri di accesso restrittivi, eterologa non ammessa per coppie portatrici di malattie genetiche trasmissibili e nemmeno per le coppie in cui entrambi i partner sono sterili, bloccato l’accreditamento di nuovi centri per la procreazione assistita. La Giunta lombarda sceglie di ostacolare in tutti i modi la fecondazione eterologa nonostante la legge 40 sia stata demolita dalla Consulta».

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