Il Fatto e il rimpasto di governo con Di Battista ministro

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-10-04

Secondo il quotidiano il M5S pensa di salutare Tria e mettere Savona al suo posto. Il risiko continuerebbe con lo spostamento di Moavero e l’approdo dell’ex deputato

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Fuori Giuseppe Tria e tutto il suo codazzo di tecnici antipatici con le loro calcolatrici. Dentro Paolo Savona al ministero dell’Economia, come aveva proposto la Lega e nonostante il rifiuto di Mattarella. Agli Affari Europei Enzo Moavero Milanesi e, per riempire l’ultima casella, Alessandro Di Battista ministro degli esteri. Secondo il Fatto, che ne parla in un articolo a firma di Luca De Carolis, il MoVimento 5 Stelle pensa a un rimpasto in grande stile per il governo Conte.

Avverso, o comunque non in linea, è considerato anche Tria. E allora nel Movimento lo vogliono fuori già a inizio anno. Nelle speranze, con dimissioni spontanee. E su questo l’accordo con la Lega, o almeno con gran parte del Carroccio (Giancarlo Giorgetti non è mai stato ostile al ministro) non dovrebbe mancare. E poi c’è DiBattista.

Il nome a cui i piani alti del Movimento, a partire dal vicepremier Luigi Di Maio, pensano per recuperare spazio mediatico e ridare entusiasmo alla base, un po’disorientata dal Movimento di governo. Ma soprattutto, l’ex parlamentare romano sarebbe l’uomo che potrebbe contenere Salvini. L’unico capace di riempire le piazze come fa il ministro dell’Interno. Il più adatto per rintuzzare le sparate con cui il leghista alza volutamente l’asticella.

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Ci sono però molti problemi. Il primo è il no di Mattarella a Savona e il secondo è il ministro degli Esteri Moavero, che sempre Mattarella vede benissimo. E allora ecco la soluzione alternativa:

La soluzione potrebbe essere quella di dare proprio a Di Battista gli Affari europei. L’importante sarebbe averlo nel governo. Con un ruolo, visibile. E comunque in generale nel M5S non considerano la partita del rimpasto impossibile. Innanzitutto, perché godono ancora di un consenso molto forte nel Paese, che contano di mantenere e magari rafforzare con una manovra che avrà al centro il loro reddito di cittadinanza.

E da qui pensano di tessere la loro tela. Puntando su un Savona sempre più “responsa bile”. E sulla notorietà di Di Battista, che lo renderebbe difficile da respingere perfino per Mattarella. Calcoli, ipotesi, forse sogni quasi proibiti. Ma il Movimento già guarda al prossimo futuro. Perché sa di dover cambiare. Per non sbandare.

Leggi sull’argomento: Il dietrofront del governo sul deficit

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