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Trovato morto il bimbo di 8 anni disperso in mare a Fano: è annegato insieme al padre

neXtQuotidiano 09/07/2022

Tragedia sul litorale di Fano (Pesaro): padre e figlio muoiono annegati per il mare mosso. Salvo il fratello di 12 anni, ora respira autonomamente

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Una tragedia consumata su uno specchio di mare aperto alla spiaggia di Gimarra a Fano. Davide Zandri, 44enne residente a Calcinelli di Colli al Metauro, è morto dopo essersi tuffato in acqua con i due figli piccoli e un loro amichetto nonostante la bandiera rossa. E’ notizia di pochi minuti fa che anche il suo figlio più piccolo di 8 anni che era in acqua con lui è stato trovato esanime dopo ore di ricerche nei pressi di una scogliera. L’altro, di 12 anni, è in ospedale in buone condizioni di salute e respira autonomamente. La moglie di Davide è ricoverata anche lei in forte stato di shock.

Trovato morto il bimbo di 8 anni disperso in mare a Fano: è annegato insieme al padre

L’uomo è stato trovato privo di sensi. Inutili i tentativi di rianimarlo. Avrebbe battuto la testa e poi perso conoscenza prima di essere ritrovato. Il 12enne, Luca, è stato rianimato e trasferito all’Ospedale Torrette di Ancona con l’eliambulanza. Ora è ricoverato all’ospedale Santa Croce di Fano. Nelle ricerche del bimbo di 8 anni disperso sono intervenuti la capitaneria di porto, i vigili del fuoco, intervenuti anche da Bologna con l’elicottero Drago 151 e con sommozzatori a bordo, e l’associazione Maredentro. Utilizzato anche uno scanner infrarossi.

L’appello di uno dei soccorritori

Questa mattina il mare sul litorale di Fano era mosso: la bandiera rossa sventolava per segnalare che la balneazione era pericolosa, ma nonostante le condizioni avverse, la famiglia è entrata comunque in acqua per fare il bagno. Non si esclude che possano aver avuto un malore dovuto a una congestione. Enzo Maggi, uno dei soccorritori, presidente di Maredentro, lancia un appello: “Non entrate in acqua, non fate il bagno, quando il mare è in queste condizioni. Lo dico da anni. Quando il mare è così non mettetevi in pericolo e non mettete in pericolo gli addetti al salvataggio. Abbiate rispetto per i vostri limiti, per chi vi dovrà poi soccorrere, abbiate rispetto per il mare. È una campagna che porto avanti da anni, specie nelle scuole. Le istituzioni dovrebbero attivarsi di più. Non servono divieti per legge, serve un cambiamento culturale, una cultura del mare: l’Italia ha 8.800 km di coste e queste tragedie non dovrebbero più accadere”.

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