Le dieci famiglie no-vax denunciate dal Comune di Rimini

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-04-25

L’assessore, invece di inibire l’ingresso dei bambini negli asili come gli consente la legge, decide di scaricare tutto sulla magistratura. E l’omo campa…

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Rimini è fanalino di coda in Emilia Romagna per bimbi vaccinati. La media della Regione supera il 95%, la soglia minima per l’immunità di legge. E il Comune di Rimini corre ai ripari denunciando dieci famiglie che frequentano nidi e scuole per l’infanzia senza aver vaccinato i loro bambini. La segnalazione alla magistratura però, spiega oggi Repubblica, non sembra aver spaventato più di tanto i comitati come il Comilva: l’avvocato Luca Ventaloro, esperto di Diritto minorile e sanitario, assicura che il comportamento delle famiglie che mandano i bambini a scuola anche se non in regola con il calendario vaccinale «non rappresenta un reato». Sul tema dell’applicazione della normativa, in Italia «sono state presentate diffide e avviate azioni giudiziarie. Vediamo se la Procura aprirà un fascicolo».

Resta una domanda: la legge prevede che i bimbi di nidi e materne che non sono vaccinati non devono entrare a scuola. Per fare rispettare quest’obbligo, almeno sulla carta, non servono i pm ma basta la municipale. Questo divieto, però, si scioglie come i gelati in spiaggia d’estate.

Continua l’assessore Morolli: «Cosa facciamo? Mettiamo i vigili davanti alle scuole? Lei sarebbe contento se sua figlia se li trovasse davanti la mattina? Non vogliamo dare l’immagine di istituti militarizzati. E poi c’è un problema di privacy perché se un bambino viene fermato ai cancelli viene messo all’indice. Con i ribelli le abbiamo provate tutte: gli avvisi, i vigili a casa, gli incontri diretti con i genitori scettici, le segnalazioni al tribunale dei minori. Ora abbiamo scelto quest’ultimo step».

In realtà l’assessore dovrebbe fare proprio questo, in punta di legge. Ovvero è esattamente questo che dovrebbe fare l’assessore: mandare i vigili ed espellere i bambini dagli asili fino a quando i genitori non si saranno adeguati. Con la denuncia alla magistratura, invece, il Comune si spoglia delle sue responsabilità – o meglio: crede di farlo – investendo del problema i giudici. In pratica decide di non decidere. Ora saranno i togati a decidere se intervenire, e nel caso a farlo con i loro tempi. Risultato? I bambini resteranno nei nidi. E i rischi per gli immunodepressi e per chi non si può vaccinare si moltiplicheranno. Per colpa del comune, che chiagne e fotte.

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