La festa della famiglia della Lega

di Chiara Lalli

Pubblicato il 2014-10-15

La festa della famiglia, che è solo quella fondata sull’unione tra uomo e donna

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Oggi, 14 ottobre 2014, il Consiglio regionale del Veneto ha approvato la mozione della Lega per individuare una data per la festa della famiglia. Che è solo quella formata da una donna e da un uomo.
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(Arv) Venezia 14 ott. 2014 – Con 30 voti a favore e 20 contrari e senza discussione alcuna il Consiglio regionale del Veneto ha approvato la mozione della Lega Nord, prima firmataria Arianna Lazzarini, che impegna la Giunta a individuare una data per celebrare “la festa della famiglia, fondata sull’unione tra uomo e donna e a promuoverne sia direttamente che indirettamente la valorizzazione dei principi culturali, educativi e sociali”. La mozione chiede inoltre al Governo il rigetto di alcuni documenti come il documento standard per l’educazione sessuale in Europa redatto dall’ufficio europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e applicato in alcune scuole materne ed elementari. Nelle premesse il documento sostiene che la famiglia fondata sul matrimonio è l’unico adeguato ambito in cui possono essere accolti i minori in adozione e in affido e contesta alcuni episodi di “impronta omosessualista” saliti alla ribalta della cronaca, come le fiabe per le scuole dell’infanzia rivedute e corrette in chiave omosessuale, il romanzo di un amore gay o la proiezione di film su tematiche omosex proposti in alcuni licei, e la mancata celebrazione della festa del papà per non mettere a disagio i figli di una coppia lesbica. A queste considerazioni il documento affianca segnalazioni critiche sui materiali diffusi dall’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (UNAR) che mettono al bando la “prospettiva etero normativa”, sulla legge Scalfarotto sull’omofobia e sul documento standard per l’educazione sessuale in Europa che prevedrebbe, per i bambini tra i 4 a i 6 anni, “l’introduzione alla masturbazione infantile precoce, capacità di identificare i genitali nei dettagli e l’identità di genere, ovvero la scelta se essere maschietti o femminucce”. Il documento aveva monopolizzato la seduta del Consiglio regionale del 18 settembre scorso, spaccando gli opposti schieramenti, ma senza portare a decisione alcuna: dopo quattro votazioni andate a vuoto per mancanza del numero legale, il presidente Clodovaldo Ruffato aveva chiuso i lavori, rinviando i colleghi alla convocazione di ottobre. Oggi, in apertura di seduta, il voto espresso in una manciata di secondi ha definitivamente chiuso l’argomento.

Quale occasione migliore per ribadire i terribili pericoli a impronta omosessualista? Per ribadire il solito elenco di insensatezze? Oggi, cari ideologi del gender, la questione si è dunque chiusa definitivamente. In una manciata di secondi.

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