Facebook inoltra reclamo contro l’ordinanza che ha restituito la pagina a Casapound

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-12-27

Facebook ha presentato un reclamo contro l’ordinanza del Tribunale di Roma che il 12 dicembre scorso aveva ordinato al social di riattivare gli account di CasaPound. “Ci sono prove concrete che CasaPound sia stata impegnata in odio organizzato e che abbia ripetutamente violato le nostre regole”

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Facebook ha presentato un reclamo contro l’ordinanza del Tribunale di Roma che il 12 dicembre scorso aveva ordinato al social di riattivare gli account di CasaPound. “Ci sono prove concrete che CasaPound sia stata impegnata in odio organizzato e che abbia ripetutamente violato le nostre regole. Per questo motivo abbiamo presentato reclamo”, fa sapere un portavoce di Facebook.

Facebook inoltra reclamo contro l’ordinanza che ha restituito la pagina a Casapound

Il giudice del tribunale civile di Roma Stefania Garrisi aveva ordinato in un giudizio cautelare a Facebook la riattivazione della pagina di Casapound fissando una penale di 800 euro per ogni giorno di violazione dell’ordine impartito e condannando il social network di Mark Zuckerberg alla rifusione delle spese di giudizio per 15mila euro. Lo scrive l’agenzia di stampa AdnKronos. La pagina di Casapound era stata chiusa  lo scorso 9 settembre e qualche giorno dopo aveva anche bloccato la pagina fan dell’organo ufficiale dei Fascisti del Terzo Millennio, il Primato Nazionale, in seguito riattivata. “Le persone e le organizzazioni che diffondono odio o attaccano gli altri sulla base di chi sono non trovano posto su Facebook e Instagram. Candidati e partiti politici, così come tutti gli individui e le organizzazioni presenti, devono rispettare queste regole, indipendentemente dalla loro ideologia. Gli account che abbiamo rimosso oggi violano questa policy e non potranno più essere presenti sulle piattaforme”, disse all’epoca della sospensione un portavoce del social network di Zuckerberg all’ANSA.

facebook casapound

“Non vogliamo che le persone o i gruppi che diffondono odio o attaccano gli altri sulla base di chi sono utilizzino i nostri servizi, non importa di chi si tratti. Per questo motivo abbiamo una policy sulle persone e sulle organizzazioni pericolose che vieta a coloro che sono impegnati in ‘odio organizzato’ di utilizzare i nostri servizi”, dichiara il portavoce di Facebook. “Partiti politici e candidati, così come tutti gli individui e le organizzazioni presenti su Facebook e Instagram, devono rispettare queste regole, indipendentemente dalla loro ideologia”.

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