“Non ho paura, non vedo l’ora di farlo”: Fabio Ridolfi pronto a morire con la sedazione profonda

di Massimiliano Cassano

Pubblicato il 2022-06-07

Fabio Ridolfi, il 46enne di Fermignano (Pesaro) immobilizzato da 18 e da mesi in attesa di una risposta dall’Asur Marche sul farmaco mortale, ha scelto la sedazione profonda

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Tramite il puntatore oculare, il suo unico modo di comunicare con il mondo, Fabio Ridolfi si dice pronto a morire con sedazione profonda e continua. Immobilizzato da 18 anni a causa di una tetraparesi, il 46enne di Fermignano (Pesaro) è da mesi in attesa di un responso dalla Regione Marche sul tipo di farmaco che dovrebbe accompagnarlo alla morte, dopo che la sua condizione è stata riconosciuta come “insopportabile” dal Comitato etico preposto.

Fabio Ridolfi pronto a morire con la sedazione profonda

“Basta trattarci come cittadini di serie B – dice – è assurdo che ci voglia più di un mese per individuare il farmaco mortale. Grazie al vostro menefreghismo sono costretto a scegliere la strada della sedazione profonda. Non ho paura. Non vedo l’ora di farlo”. L’Associazione Luca Coscioni, che gli sta offrendo supporto in queste fasi delicate, aveva rilanciato la sua accusa: “Da due mesi la mia sofferenza è stata riconosciuta come insopportabile. Ho tutte le condizioni per essere aiutato a morire. Ma lo Stato mi ignora. A questo punto scelgo la sedazione profonda e continua anche se prolunga lo strazio per chi mi vuole bene”. Chiede che si parli “chiaramente di eutanasia” in Italia, Fabio. “È atroce non poter decidere della propria vita – spiega ai cronisti in alcune dichiarazioni rilanciate da Ansa – mentre aspetti dei mesi che altri lo facciano al posto tuo. Scegliere di morire è un diritto di tutti, ripeto di tutti, e spero che tutto questo serva ad aiutare anche quelli che vivranno la mia condizione”.

L’accusa dell’Associazione Luca Coscioni

La procedura avverrà in due fasi: sospensione della gastrostomia endoscopica percutanea e blanda seduzione a casa, poi il trasferimento all’hospice di Fossombrone, dove sarà sottoposto a sedazione profonda fino al decesso. La decisione, spiega l’Associazione Coscioni, “arriva a seguito della mancata risposta da parte del Servizio Sanitario Regionale delle Marche che, dopo aver comunicato con 40 giorni di ritardo il parere del Comitato Etico con il via libera per l’aiuto medico alla morte volontaria, non ha mai indicato il parere sul farmaco e sulle relative modalità di somministrazione”.

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