Nessuna risposta dalla Regione Marche, Fabio Ridolfi costretto a scegliere la sedazione profonda

di Massimiliano Cassano

Pubblicato il 2022-06-06

Fabio Ridolfi, 46enne rimasto immobilizzato per 18 anni, ha annunciato che ricorrerà alla sedazione profonda e continua per porre fine alle sue sofferenze dopo mesi in attesa di una risposta dalla Regione Marche

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Nonostante rientri “nei parametri stabiliti dalla Consulta nella sentenza Cappato-Dj Fabo per potere accedere all’aiuto medico alla morte”, Fabio Ridolfi – 46enne di Fermignano (Pesaro Urbino) rimasto immobilizzato 18 anni fa per una tetraparesi da rottura dell’arteria basilare – è ancora in attesa di conoscere il farmaco con il quale potrà porre fine alle sue sofferenze. Ma la pena di continuare ad attendere questioni burocratiche mentre la sua esistenza, che lui stesso – così come il Comitato Etico della Regione Marche – ha reputato insopportabile, è insostenibile. Così Ridolfi ricorrerà alla sedazione profonda e continua: lo ha annunciato lui stesso attraverso il puntatore oculare, strumento del quale si serve per comunicare. In un video diffuso dall’Associazione Luca Coscioni, che sostiene la sua battaglia, non ha nascosto la sua delusione.

Nessuna risposta dalla Regione Marche, Fabio Ridolfi costretto a scegliere la sedazione profonda

“Da due mesi la mia sofferenza è stata riconosciuta come insopportabile. Ho tutte le condizioni per essere aiutato a morire. Ma lo Stato mi ignora” ha dichiarato l’uomo, annunciando: “A questo punto scelgo la sedazione profonda e continua anche se prolunga lo strazio per chi mi vuole bene”. Per 40 giorni la Regione Marche si era dimenticata di avvisarlo che la sua pratica aveva ottenuto l’ok del comitato etico. “Un diritto che gli è stato negato a causa dei continui ritardi e dell’ostruzionismo di uno Stato che, pur affermando che ha tutti i requisiti previsti dal giudicato costituzionale e riconoscendo che le sue sofferenze sono insopportabili, gli impedisce di dire basta. Fabio merita rispetto e non di essere ignorato da uno Stato che crudelmente lo costringe a una sofferenza continua e non garantisce la sua scelta legalmente attuabile”, ha dichiarato l’avvocato Filomena Gallo, Segretario nazionale dell’Associazione Luca Coscioni e coordinatrice del collegio difensivo di Fabio Ridolfi.

Gallo e Cappato: “Aspetta da due mesi, costantemente ignorato”

“Ogni giorno che passa per Fabio è un giorno di sofferenza in più, per questo ha deciso di non voler più aspettare e di procedere con la sedazione profonda e con la sospensione dei trattamenti di sostegno vitale. È da oltre due mesi che aspetta e l’ASUR continua a ignorare la sua richiesta, dopo aver tenuto per 40 giorni in un cassetto un parere che affermava la presenza dei requisiti per accedere legalmente al suicidio assistito. Non possiamo non notare anche il silenzio assoluto della politica nazionale, impegnata nell’insabbiamento al Senato del testo di legge sull’aiuto al suicidio, dopo che la Corte costituzionale ha impedito al popolo di esprimersi sul referendum” hanno aggiunto Filomena Gallo e Marco Cappato.

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