La storia dell’europarlamentare bulgaro, alleato di Fratelli d’Italia, che fa il “saluto romano” in Aula | VIDEO

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-02-17

Angel Dzhambazki, al termine del suo intervento, rivolgendosi con quel gesto alla vicepresidente Picierno

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Un gesto che è stato notato da tutti durante la trasmissione in diretta, come di consueto, della seduta dell’Assemblea Plenaria a Strasburgo, dove era in corso il dibattito sullo stato di diritto poche ore dopo la decisione della Corte di Giustizia Europea che aveva bocciato i ricorsi di Ungheria e Polonia sul meccanismo di condizionalità sui fondi UE. Protagonista di questa vicenda è l’Europarlamentare bulgaro Angel Dzhambazki, del gruppo ECR – i Conservatori e Riformisti Europei – presieduto da Giorgia Meloni.

Europarlamentare bulgaro fa il “saluto romano” a Strasburgo

Al termine del suo intervento, in cui non sono mancate frizioni e attacchi nei confronti dei “colleghi” di Strasburgo, l’europarlamentare bulgaro si è voltato verso la presidente di giornata dell’Aula – l’italiana Pina Picierno – fermandosi a metà tragitto e portando il braccio destro teso verso l’alto. Un gesto che non è passato inosservato. “Nella seduta che ho presieduto stasera l’eurodeputato bulgaro Dzhambazki ha esibito il saluto romano. Ho subito condannato l’accaduto e chiesto di sanzionare questo gesto ignobile e inaccettabile. L’Europarlamento è monumento vivo della democrazia contro la barbarie del nazifascismo”, ha commentato la vicepresidente del Parlamento UE Picierno.

E prima di quel gesto, fatto mentre stava abbandonando l’Aula di Strasburgo, Angel Dzhambazki aveva gridato: “Lunga vita all’Europa delle nazioni”. E, ancora prima, aveva insultato l’eurodeputato Sandro Gozi per il suo intervento proprio sul tema della giornata: lo stato di diritto nell’Unione Europea. Nel tentativo di spegnere le polemiche, lo stesso europarlamentare bulgaro, alleato di Giorgia Meloni, ha provato a giustificarsi parlando di incomprensioni: secondo la sua narrazione, infatti, quello non era un “saluto romano”, ma un modo per chiedere scusa proprio a Pina Picierno per aver sforato i tempi del suo intervento in Aula.

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