La teoria della ministra Roccella: “Chi dice due mamme o due papà non dice la verità”

di Asia Buconi

Pubblicato il 2022-12-07

Ecco cosa ha detto la meloniana Eugenia Roccella, ospite a “Mattino Cinque News”, intervenendo sul dibattito relativo all’omogenitorialità

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Se qualcuno si stesse domandando come Meloni e i suoi abbiano preso la proposta di regolamento della Commissione Ue che afferma che le coppie dello stesso sesso e i loro figli dovrebbero essere riconosciuti in tutti gli Stati membri, la risposta l’ha data la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità Eugenia Roccella, le cui posizioni sono notoriamente tutt’altro che progressiste.

La ministra Eugenia Roccella: “Quando si dice due mamme o due papà non si dice la verità”

La meloniana Eugenia Roccella, ospite a “Mattino Cinque News” su Canale 5, è intervenuta sul dibattito relativo all’omogenitorialità e alla dicitura da inserire in questo caso nei passaporti. Ha detto in merito:

Il problema non è l’eterologa, il problema è la compravendita degli ovociti, è una cosa diversa. Il problema è se il corpo femminile viene spezzettato e comprato e venduto sul mercato anche attraverso cataloghi. La maternità è qualcosa di profondamente legato alla creazione della comunità umana. Se noi tocchiamo la maternità siamo apprendisti stregoni che cambiano qualcosa di veramente profondo nell’inconscio, nella cultura, nel modo di stare insieme delle persone. Una volta si diceva ‘di mamma ce ne è una sola’.

La questione è che ogni bambino ha una mamma ed un papà per forza di cose. Ha una donna che lo ha partorito e un papà biologico e questo non è un dato che si possa eliminare. Quando si dice che ha due mamme o due papà, in realtà non si dice la verità. Quindi si cancella in genere la madre biologica, la madre che ha dato gli ovociti, la madre che lo ha partorito. Bisogna entrare nei singoli casi e su questo è la magistratura che poi decide. Il problema è che il corpo femminile non si deve comprare o vendere. Sono contraria a questo e sono contraria all’idea che un bambino si possa ordinare attraverso il grande mercato iperliberista del corpo e appunto degli ovociti e dell’utero.

Di certo le suddette posizioni di Eugenia Roccella non sono le prime di plateale chiusura alla comunità lgbtq+. Già lo scorso ottobre, in un’intervista per il Foglio, la ministra aveva dichiarato: “Non è vero che noi siamo contro le unioni civili, la verità è che siamo contrari alla seconda parte della legge, in cui si apre all’utero in affitto”. Poi, l’affondo alle adozioni da parte delle coppie omosessuali: “Lì si parte semplicemente dal miglior interesse del bambino: le adozioni sono difficili e va tutelato l’interesse del minore”. E, sul finale, la stoccata alla stepchild adoption: “Sono contraria: penso che un bambino debba avere una madre e un padre”.

 

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