L’esercito ucraino entra a Kherson, Zelensky esulta: “La città è nostra”

di Asia Buconi

Pubblicato il 2022-11-11

L’arrivo dei soldati ucraini è stato accolto con gioia dagli abitanti di Kherson, con la festa che continua nonostante il calar della notte

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“Kherson è nostra”, questo il grido d’entusiasmo del presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un video su telegram, a due giorni dall’annuncio del ritiro russo dalla città. “Oggi è una giornata storica. Ci riprendiamo Kherson. Per ora, i nostri difensori sono alla periferia della città. Ma le unità speciali sono già in città”. Le autorità di Kiev, infatti, hanno preso il controllo quasi totale di Kherson, la più grande città dell’Ucraina che era stata conquistata dai russi e da dove, ora, le forze di Mosca si sono ritirate. Uno dei primi a comunicarlo alla Bbc era stato il consigliere del ministero della Difesa ucraina, Yuriy Sak.

La gioia degli abitanti di Kherson all’arrivo dei soldati ucraini in città

L’arrivo dei soldati ucraini è stato accolto con gioia dagli abitanti di Kherson, con la festa che continua nonostante il calar della notte. Grida di entusiasmo, lacrime di commozione, gente avvolta nella bandiera ucraina e che abbraccia i soldati, automobili che girano per la città sventolando bandiere e suonando il clacson. Diversi video condivisi dai media internazionali, fra cui Bbc, Guardian, Nexta Tv, Kyiv Independent mostrano l’entusiasmo degli abitanti di Kherson all’arrivo dei soldati ucraini. La gente grida: “Gloria all’Ucraina”, “gloria ai nostri eroi”, “gloria alle forze armate ucraine”.

Nello specifico, un video condiviso dal Guardian mostra un girotondo di persone che agitano bandiere ucraine e ballano attorno ad un falò. La gente in strada continua a gridare “Zsu”, ovvero le iniziali delle forze armate ucraine.

Lo sfogo sui social media russi dopo il ritiro da Kherson: “Sconfitta che segnerà i nostri cuori”

Mentre le televisioni russe fanno finta di nulla e descrivono il ritiro dei militari da Kherson diligentemente, come da istruzioni, vale a dire come un ridispiegamento, una manovra, un raggruppamento, una mossa tattica per proteggere le vite dei soldati, sui social media esplode la rabbia di chi, nel campo di quanti hanno sempre sostenuto la guerra, il cosiddetto partito Z, non ha difficoltà a parlare di sconfitta. Alcuni, rende noto la Bbc, hanno scritto che si tratta della maggiore sconfitta per Mosca dal crollo dell’Urss, che “segnerà i nostri cuori per sempre”.

 

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