Enrico Letta verso le dimissioni: “Convocherò il Congresso del Pd ma non mi candiderò” | VIDEO

di Asia Buconi

Pubblicato il 2022-09-26

Enrico Letta ha aggiunto che non presenterà la sua candidatura alle primarie: “Non mi presenterò candidato. E’ tempo che una nuova generazione si metta all’opera”

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Il Pd (assieme alla Lega) è di certo il grande sconfitto di queste elezioni. I dem hanno ottenuto appena il 19% delle preferenze, non sfondando la soglia psicologica del 20% e avvicinandosi in maniera preoccupante a quel 18,9% del 2018 più volte rimproverato all’ex segretario Matteo Renzi. La coalizione di Centrosinistra nel suo insieme ha chiuso con un deludente 26%, praticamente le preferenze ottenute (da sola) da Giorgia Meloni. Per tutti questi motivi, adesso l’elettorato di sinistra invoca le dimissioni del segretario dem Enrico Letta.

Il discorso di Enrico Letta dopo le elezioni: “Convocherò il Congresso ma non mi candiderò”

Il congresso democratico è fissato a marzo 2023, ma è possibile anche che si svolga in anticipo nel caso in cui Enrico Letta sia pronto a valutare le dimissioni già nelle prossime ore. E proprio questa sembra la direzione: “Faremo tutte le analisi, gli errori ci sono e ci sono stati, io faccio una scelta nell’interesse massimo di un partito che ha bisogno di avviare la costruzione della legislatura e convocare il Congresso. Credo sia meglio che sia io a convocarlo piuttosto che cominciare altre dinamiche che farebbero perdere tempo, è il mio gesto di amore verso il partito, la mia leadership finirà appena il Congresso avrà individuato una nuova leadership”, ha detto l’attuale segretario del Pd durante la conferenza stampa post-elezioni al Nazareno.

Enrico Letta ha poi aggiunto che non presenterà la sua candidatura alle primarie: “Ora accellereremo le procedure per un Congresso che deve essere di profonda riflessione. Io assicurerò la guida del partito in spirito di servizio in vista del Congresso ma non mi presenterò candidato. E’ tempo che una nuova generazione si metta all’opera”. Poi, il leader dem ha aggiunto:

Gli italiani hanno scelto la destra. Oggi è un giorno triste per l’Italia e l’Europa. Abbiamo tentato che la legislatura arrivasse alla fine, ma se siamo arrivati al governo Meloni, è stato perché Conte ha fatto cadere il governo Draghi. Abbiamo fatto tutto il possibile.
Il risultato è insoddisfacente. Il partito è il secondo d’Italia. Faremo un’opposizione dura e intransigente, con tutte le nostre forze. Siamo capaci di fare opposizione, l’abbiamo già fatta in passato. Non permetteremo che l’Italia esca dal cuore dell’Europa. Non permetteremo che l’Italia si stacchi dai valori europei e da quelli costituenti.

Il partito democratico si rivela ancora una comunità viva, è la principale forza di opposizione, per questo lavorerà per costruire in prospettiva quello che non è stato possibile questa volta. L’unico modo era il campo largo, l’abbiamo persistito in tutti i modi, ma alcuni interlocutori si sono sfilati. Quindi la coalizione larga non è stata possibile, ma non per colpa nostra. Questa legislatura sarà quella più a destra degli ultimi tempi, dunque il nostro secondo obiettivo invece non è stato raggiunto. Con questa destra, chi verrà dopo di me dovrà lavorare per un lavoro che dia una alternativa alla maggioranza degli italiani. Non sono mai stato per la autosufficienza, non sono mai stato per l’isolamento, sono sempre stato per il dialogo. Sia per fare opposizione che per costruire l’alternativa: avremo delle elezioni in primavera e dovremo andare con uno schema che non dia campo libero alla destra. Gli elettori hanno detto la loro e spero che da oggi in poi si possa costruire questa alternativa.

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