La vittoria di Emo Gruppioni: l’anziano disabile avrà il suo ascensore (15 anni dopo)

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-10-07

La vasta eco mediatica, l’intervento di alcuni esponenti del mondo dello spettacolo e della politica, hanno dato un lieto fine a questa vicenda

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Un’attesa lunga 15 anni, ma alla fine Emo Gruppioni ha vinto. La sua storia – e la sua denuncia – aveva attirato l’attenzione anche di alcuni personaggi del mondo dello spettacolo come il rapper J-Ax. E adesso, dopo gli appelli social e della politica, l’anziano di Borgo Panigale (Bologna) avrà il suo ascensore. L’uomo (83 anni), che ha una grave forma di disabilità motoria, non poteva uscire dalla sua abitazione, al terzo del condominio in cui vive da anni, proprio per l’assenza di quel rimedio a quella barriera architettonica rappresentata dalle scale. Ma ora, non appena saranno ultimati i lavori, anche lui potrà finalmente tornare a uscire di casa.

Emo Gruppioni vince la sua battaglia: dopo 15 anni avrà l’ascensore

“È felicissimo, non ci crede ancora. Spera che il rapporto con i vicini possa tornare alla normalità”, ha commentato la figlia Elisa che ha sempre combattuto per difendere i diritti di suo padre mettendoci la faccia e cercando una soluzione.

Perché l’ostacolo sembrava essere insormontabile. La maggior parte dei condomini – che avevano appena approvato l’inizio dei lavori di ristrutturazione usufruendo dell’ecobonus 110% – avevano dato il via libera all’istallazione della piattaforma che avrebbe consentito a Emo Gruppioni di varcare l’uscio della sua abitazione al terzo piano dello stabile di Borgo Panigale.

Poi la doccia fredda: uno dei condomini aveva deciso di impugnare tale decisione e i lavori erano stati bloccati. Sembravano non esserci più speranze. Da quel momento la storia dell’anziano disabile è diventata di dominio pubblico, con la figlia che aveva denunciato l’accaduto sui social. L’impatto mediatico di questa vicenda e la telefonata ricevuta dal sindaco uscente di Bologna, Virginio Merola, hanno sbloccato la situazione e ora, 15 anni dopo, l’83enne potrà tornare a uscire. Perché i diritti sono universali e occorre andare sempre incontro a chi ha difficoltà a superare quelle ataviche (e strutturali) barriere architettoniche.

(foto: da Tv2000)

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