La barzelletta del giorno: Calenda fa il nome di Bonino per il Quirinale, ma lei dice di no | VIDEO

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-01-12

Oggi è stato siglato il patto di federazione tra Azione e +Europa, ma Emma Bonino ha smentito la sua candidatura alla Presidenza della Repubblica

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Forse lo ha fatto per mera galanteria, visto che si trovava al suo fianco nel corso della conferenza stampa in cui è stato sancito il patto di federazione tra il suo partito (Azione) e +Europa. O per sottolineare l’esigenza del Paese di avere una guida femminile e carismatica come Emma Bonino al Quirinale. Sta di fatto che nel giro di cinque ore è arrivata la smentita da parte dell’ex segretaria del Partito Radicale che si è tirata fuori da quella corsa alla Presidenza della Repubblica alla quale era stata iscritta da Carlo Calenda questa mattina.

Bonino al Quirinale, dice Calenda. Ma lei stessa lo smentisce

Nel corso della conferenza stampa che ha confermato, di fatto, l’unione – pur mantenendo identità distinte – tra Azione e +Europa, l’europarlamentare ed ex candidato a sindaco di Roma aveva fatto il proprio endorsement pubblico per Emma Bonino al Quirinale. E lo aveva fatto con queste parole di stima e apprezzamento:

“Molti italiani vorrebbero Emma Bonino come presidente della Repubblica. Ammesso che Emma sia disponibile, questo è il nome di riferimento e da oggi lo diventa per tutti. Occorre una persona che abbia questi requisiti, grande autorevolezza anche internazionale, capacità di rappresentare le istituzioni. Per me viene anche l’idea che sia una donna, ma è l’ultimo dei punti. Prima viene la competenza”.

Secondo Calenda, dunque, il nome di Emma Bonino era quello di riferimento (ovviamente con il suo benestare) per le imminenti votazioni (si inizia alle ore 15 di lunedì 24 gennaio) del nuovo Presidente della Repubblica. Ma non sarà lei a partecipare alla corsa per il dopo-Mattarella. E lo ha spiegato con parole chiare e semplici che sono una pietra tombale sul discorso fatto dal leader di Azione questa mattina:

“Ho detto che non sono disponibile. C’è nella vita, come in politica, un tempo per ogni cosa. Il mio tempo era 25 anni fa. Penso anche che le nostre amiche debbano avere il coraggio di candidarsi e far fronte a una porta sbattuta in faccia e io ho ancora i cerotti. Perché nessuno le coopterà per gentilezza”.

Perché il suo nome era stato iscritto nella storia dei candidati al Quirinale diversi anni fa. Nel 2013 il Partito Socialista aveva indicato proprio nella Bonino la propria figura di riferimento. E nello stesso anno il MoVimento 5 Stelle la inserì nell’elenco dei partecipanti alle “Quirinarie” per decidere, online, il nome da proporre e votare il Parlamento. Ma anni prima, a cavallo tra la fine e l’inizio del nuovo Millennio, un sondaggio pubblico aveva indicato proprio lei come la figura preferita dagli italiani come Capo dello Stato. Un risultato che portò anche a diverse raccolte firme con tanto di gazebo nelle piazze e ad appelli di intellettuali e volti di spicco della cultura e dello spettacolo. Ma erano 25 anni fa e non se ne fece nulla. E oggi è arrivato il suo no definitivo.

(foto IPP/zumapress)

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