Attualità
Michele Emiliano indagato per 65mila euro di debiti
Alessandro D'Amato 11/04/2019
Un decreto ingiuntivo per 65mila euro poi ritirato in seguito a un pagamento effettuato da una società che poi ottenne un’autorizzazione per un parco eolico dalla Regione. Il governatore respinge le accuse
Michele Emiliano è indagato su presunti illeciti commessi durante la campagna per le primarie del Pd del 2017, che portarono all’elezione di Matteo Renzi. I reati contestati sono induzione indebita a dare o promettere utilità, abuso di ufficio e false fatture. Il governatore, da parte sua, ha presentato denuncia per violazione del segreto istruttorio.
Michele Emiliano indagato
Nell’inchiesta che coinvolge il governatore della Puglia sono indagati anche il capo di gabinetto della giunta regionale, Claudio Stefanazzi, e tre imprenditori. La storia riguarda una campagna di comunicazione affidata alla società torinese Eggers, che ha curato le attività di politici noti a livello nazionale. Una campagna di cui Emiliano non fu soddisfatto e che non fu pagata, fino a quando l’agenzia non inviò al governatore un decreto ingiuntivo. Successivamente una parte del credito da 48.000 euro fu saldato e, secondo la Procura, a pagare furono due imprenditori. Uno di loro risulta tra i finanziatori della campagna di Emiliano per le Primarie.
L’inchiesta della pm Savina Toscani e dell’aggiunto Lino Giorgio Bruno è emersa ieri, quando il Nucleo di polizia economico finanziaria di Bari ha eseguito una serie di perquisizioni anche nella sede della giunta regionale, prelevando documenti dall’ufficio del governatore Emiliano e del capo di gabinetto. Il fascicolo è stato aperto un anno fa in seguito a una lettera anonima che conteneva una copia del decreto ingiuntivo della Eggers che sul suo sito ha ancora nel portfolio clienti il governatore anche se i rapporti tra la società guidata da Piero Dotti e il governatore non si sono chiusi bene.
Chi ha pagato il conto di Emiliano?
Il governatore pugliese ha infatti contestato il lavoro della Eggers e ha deciso di non pagare il conto, finché la società non si è trovata costretta ad emettere un decreto ingiuntivo. A quel punto, scrive oggi la Gazzetta del Mezzogiorno, a pagare 24mila euro – circa la metà del debito iniziale con Eggers – è stata a metà 2017 Margherita srl, che fa capo all’avvocato foggiano Giacomo Mescia. La società – questa l’ipotesi di accusa – il 22 settembre 2016 aveva ottenuto l’autorizzazione unica per installare un parco eolico da 30 MW nel territorio di San Severo, impianto in attesa di ok fin dal 2009: l’accusa ritiene che l’autorizzazione e il contributo elettorale possano in qualche modo essere collegati. L’altra metà del debito di Emiliano con Eggers secondo la Finanza – sarebbe stata pagata dalla Ladisa spa di Bari.
Secondo la difesa del governatore la Eggers avrebbe rinunciato alla seconda metà del debito dopo le contestazioni di merito sulla campagna. Scrive ancora la Gazzetta del Mezzogiorno:
Eggers ha effettivamente prestato un servizio alla Ladisa di Bari per una campagna di comunicazione relativa all’appalto delle mense scolastiche di Torino, ma i relativi pagamenti nulla hanno a che fare con la consulenza resa da Eggers a Michele Emiliano.
Emiliano invece ha detto di aver ricevuto notizia da una fonte che giovedì sarebbe stato perquisito dalla procura e ha denunciato martedì la fuga di notizie. Questa fonte, scrive oggi il Fatto, sarebbe un giornalista. Marco Lillo scrive anche che il contenzioso con Eggers parte dal fatto che, secondo il governatore, la campagna di comunicazione risultava troppo simile a quella di un altro candidato del Pd, Deborah Serracchiani.
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