Virginia Raggi e l'emergenza rifiuti che non c'è

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-05-10

Negare, negare sempre, negare anche l’evidenza. La sindaca di Roma continua nella raffinata strategia del marito trovato a letto con l’amante. Intanto però vuole spostare il tritovagliatore di Marino ad Ostia

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L’emergenza rifiuti a Roma annega in un mare di chiacchiere. Ieri Virginia Raggi e Pinuccia Montanari hanno continuato a negare l’evidenza dell’emergenza e hanno anche aperto un fronte con la Regione Lazio, addossando a Zingaretti la responsabilità per il mancato smaltimento dell’umido. Il presidente ha avuto gioco facile a replicare che il Comune non ha mai fatto proposte per la costruzione di nuovi impianti a Roma.

Virginia Raggi e l’emergenza rifiuti che non c’è

Entrambi dicono il vero. “Roma deve essere autosufficiente, la Regione spinge perché Roma capitale si doti di una nuova discarica, il governo di un nuovo inceneritore, ma la Regione non rilascia le autorizzazioni pronte da più di 10 mesi. Nel momento in cui ci chiedono di fare un inceneritore o fare una discarica, che noi non adotteremmo, noi andremo nella direzione che chiede l’Europa tra due anni con riciclo e riutilizzo”, ha detto ieri la stessa Raggi confermando che gli impianti di cui parla la Regione non ha alcuna intenzione di farli.
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Ma quando parla di autorizzazioni che faticano ad arrivare la Raggi si riferisce a tre siti per l’umido che il Comune ha indicato alla Regione nel piano per i rifiuti. Piccolo dettaglio: lo ha fatto a marzo 2017 e pretendere oggi di avere tutto risolto è quantomeno curioso.

Cosa vuole fare la Giunta Raggi

C’è anche di più. Il piano varato dalla Raggi e dalla Montanari rischia di essere velleitario perché, a parte i tre siti per l’umido – che comunque non consentirebbero lo smaltimento – prevede una serie di interventi nel lungo periodo che non intaccano le situazioni emergenziali in cui la città periodicamente ricade. Scrive il Messaggero che  entro la settimana sarà trasportato e acceso a Ostia il tritovagliatore mobile di RoccaCencia. In parallelo, aumenteranno i carichi di cdr da bruciare nell’impianto di San Vittore (Frosinone): «Questa mossa – decisa ieri in un vertice segreto in Regione tra l’assessore all’Ambiente della giunta Zingaretti Mauro Buschini e quella del Comune Pinuccia Montanari, più i vertici di Ama – se andrà in porto liscia, senza problemi, permetterà di decongestionare l’emergenza entro domenica».
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Il tritovagliatore mobile lavorerà circa 300 tonnellate al giorno portate da 40 mezzi dell’Ama. Ovvero i rifiuti prodotti dal X municipio, quello di Ostia, che così sarà “autosufficiente”.E dunque gli altri impianti tmb (due di Ama e due di Colari) non andranno in sofferenza.

La sindaca e Roma ribaltata

Insomma, sono passati i tempi in cui la Raggi in compagnia di Muraro parlava così di Rocca Cencia:

«È un impianto folle – ha osservato la Raggi – Abbiamo visto come viene selezionata la spazzatura, gli stessi operatori ci dicono che è un impianto inutile. Sicuramente faremo qualcosa». E l’assessora all’Ambiente Paola Muraro: «Questo impianto multimateriale fa tre-quattro tonnellate invece delle 200 previste, l’inaugurazione è stata una beffa per la città».

La sindaca intanto nel suo intervento a Porta a Porta torna ad attaccare gli avversari politici: “Noi i rifiuti li raccogliamo ma non ci permettono di portarli via dalle strade. Renzi dove immagina di portarli? Magari farebbe bene a trasferirli davanti al palazzo della Regione. Piuttosto, intervenga sui suoi uomini e svegli il Pd del Lazio dal torpore nel quale si trova”.

Virginia Raggi ribalta Roma a Porta a Porta di next-quotidiano
E nella foga mostra una cartina con le “situazioni di criticità” al contrario durante la diretta. La situazione è disperata, ma non seria.

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