Emanuela Orlandi, cade la pista della moglie del custode

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-11-05

Oggi comincia l’esame delle ossa. Intanto si scopre che i resti non possono essere della moglie del custode Pino che ha alloggiato nell’edificio

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Il giorno dopo la notizia del ritrovamento di uno scheletro e di altre ossa alla Nunziatura Apostolica di via Po a Roma il Corriere della Sera Roma aveva scritto in un articolo a firma di Fabrizio Peronaci che a metà degli Anni Sessanta la moglie di un custode della struttura era scomparsa in circostanze misteriose.

Emanuela Orlandi, cade la pista della moglie del custode

La pista, evidentemente alternativa a quella, per ora frutto solo di suggestioni e coincidenze temporali, che vuole che le ossa appartengano a Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, due adolescenti scomparse nel 1983 a Roma a poche settimane di distanza l’una dall’altra, pare però essersi già esaurita con un buco nell’acqua. Secondo fonti di “Chi l’ha visto?”i resti non possono essere della moglie del custode Pino che ha alloggiato nell’edificio, all’interno di Villa Giorgina, perché lei non è scomparsa. A sostegno dell’ipotesi si era anche parlato di frequenti litigi fra i due che avrebbero potuto degenerare addirittura in un omicidio. Sulle ossa sono attesi oggi i primi risultati della analisi della Scientifica.

marco accetti emanuela orlandi mirella gregori
Emanuela Orlandi (a sinistra) e Mirella Gregori

Gianni Arcudi, direttore della Medicina legale dell’Università di Roma Tor Vergata, che lavorerà sulle ossa rinvenute nella Nunziatura Apostolica di Roma e subito associate a Emanuela Orlandi e Mirella Gregori ha spiegato come procederà all’Adn Kronos Salute: “Inizieremo a impostare il lavoro: per prima cosa bisognerà pulire le ossa, che erano interrate”. “Dopodiché dovremmo classificare tutto quello che abbiamo – prosegue – stabilendo quali ossa sono presenti e quali mancano. Quindi inizieremo l’analisi vera e propria: le caratteristiche delle ossa ci permetteranno di stabilire il sesso, l’età, l’altezza” dei soggetti a cui appartenevano. E, possibilmente, le probabili cause del decesso. “Si tratta di un processo che richiederà qualche giorno”, ammonisce l’esperto, ben consapevole dell’attesa che circonda il suo lavoro. “Ci sono risposte da dare. E le ossa parlano, ma bisogna trattarle bene, sennò restano mute”, conclude.

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