Emanuela Orlandi e la pista della moglie del custode

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-11-02

Un’altra ipotesi di spiegazione sugli scheletri guarda alla scomparsa della compagna di un uomo che lavorava lì negli anni Sessanta. Ma qualcosa non quadra con quanto detto prima

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Ieri il Corriere della Sera aveva scritto che tra le ipotesi sul ritrovamento dei resti di due scheletri sotto il pavimento di una casupola nel territorio della Nunziatura Apostolica in via Po a Roma c’è quella della moglie del custode che lavorava lì negli anni Sessanta.

Emanuela Orlandi e la pista della moglie del custode

La donna non andava d’accordo col marito e scomparve dall’oggi al domani senza lasciare traccia. Ipotesi che, però, non spiegherebbe a chi appartengano gli altri resti trovati. Perché in una storia che, per il momento, di punti fermi ne ha pochi, uno è che le ossa appartengano a due persone. E che una di queste sia di sesso femminile. Attorno all’area della scoperta non c’erano residui organici, tessuti, monili. Ossa, e nien t ’altro. Per gli esperti lo scheletro è di una persona deceduta qualche decennio fa. Intanto c’è un dettaglio che potrebbe aiutare gli esperti della Polizia Scientifica a ‘leggere’ i resti ossei trovati nella Nunziatura Apostolica di via Po: nell’arcata dentale sarebbe stato rinvenuto anche un molare. Se fosse un dente del giudizio si potrebbe pensare al cadavere di una persona adulta.

emanuela orlandi nunziatura apostolica 1

I poliziotti della scientifica hanno acquisito comunque ogni elemento compreso il terriccio, che potrebbe risultare fondamentale insieme all’esame del C 14, per stabilire l’età del reperto. Il fatto che gli ultimi lavori nella casa del custode siano stati fatti negli anni Ottanta fornisce una pista forse ancora percorribile: bisogna però scoprire quale azienda all’epoca si è occupata della ristrutturazione del pavimento sotto il quale sono state ritrovate le ossa. Impossibile che nessuno abbia visto nulla negli anni Ottanta se la moglie dell’allora custode è stata seppellita lì anni prima. Quindi o c’è stata una “collaborazione” tra gli operai dell’epoca e chi aveva seppellito gli scheletri anni prima (ipotesi altamente improbabile) oppure gli scheletri sono stati messi in epoca successiva. Uno dei due appartiene con certezza a una donna, che doveva essere di corporatura e altezza minuta. Oppure un’adolescente.

Leggi sull’argomento: Emanuela Orlandi, Mirella Gregori e le ossa nella Nunziatura Apostolica

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