Attualità
Eleonora Bottaro e la chemioterapia che poteva salvarla
neXtQuotidiano 22/06/2019
I genitori, che vollero farla curare solo con cortisone e vitamina C, sono stati condannati a due anni per omicidio colposo. Oggi parla il dottore che poteva salvarla
Giuseppe Basso, direttore di Oncoematologia pediatrica a Padova, seguì il caso di Eleonora Bottaro: i genitori, che vollero farla curare solo con cortisone e vitamina C, sono stati condannati a due anni per omicidio colposo.
Professore, la condanna è una rivincita della scienza?
«È una sentenza che può fare giurisprudenza ma non è la rivincita di nessuno, purtroppo. Evidenzia l’importanza del ruolo dei genitori, che devono fare il bene dei figli a prescindere dalle ideologie. Quando si parla di leucemia linfoblastica acuta, le scelte devono ruotare intorno alla scienza o alla ragione».Dunque chemio a ogni costo?
«Sì. È indispensabile».Una verità: è la sua posizione?
«La libertà di scelta è fondamentale, ma bisogna saper scegliere. Ognuno può credere ciò che vuole, io non contesto questo a quei genitori».
Cosa, allora?
«Di aver ignorato gli ultimi 40 anni di medicina. Negli anni ‘70, nessun bambino con la leucemia sopravviveva più di sette mesi. Oggi siamo alle terapie personalizzate».Ma così si priva un genitore della libertà di decidere per un figlio.
«Il genitore può pensare ciò che vuole ma io, da medico, devo intervenire e così feci con Eleonora. Fui io ad avvisare il tribunale dei minori e avviare l’iter di sospensione della potestà genitoriale».
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