Come hanno fatto i due americani a portare un pugnale dagli USA?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-07-29

Come è possibile che i due americani abbiano passato i controlli dell’aeroporto con un pugnale nel bagaglio senza che nessuno si sia accorto di nulla?

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Il Corriere della Sera Roma in un articolo a firma di Ilaria Sacchettoni  racconta un dettaglio interessante sull’omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega: il pugnale con cui è stato colpito a morte il vicebrigadiere è stato portato dai due americani dagli USA:

L’autopsia intanto ha accertato che le coltellate inferte da uno dei due ragazzi, Elder Finnegan Lee, sono state undici e non otto come in un primo momento si era detto. Secondo i carabinieri del Comando provinciale che indagano sulla vicenda Lee avrebbe portato quel coltello dagli Usa, in valigia.

Ma l’affermazione porta con sé una domanda: come è possibile che i due americani abbiano passato i controlli dell’aeroporto con un pugnale nel bagaglio senza che nessuno si sia accorto di nulla?

carabiniere ucciso pugnale americani

C’è da segnalare che sempre sul Corriere Roma nell’articolo di Fulvio Fiano si dice che sulla questione del pugnale sono ancora in corso accertamenti:

Elder Lee impugna un coltello “a baionetta” che il pm Calabretta e l ’aggiunto D’Elia descrivono nel decreto di fermo «per tipo certamente idoneo a cagionare grave offesa». Di più, a sostegno della pari colpevolezza dei due, i magistrati annotano che «l’arma, per le sue dimensioni, non poteva non essere vista dal Natale», che pure sostiene questa tesi. Sono in corso accertamenti per capire se Lee abbia acquistato il coltello a Roma o se l’abbia imbarcato nella stiva dell’aereo alla partenza da San Francisco. Che uso pensava di farne?

I due carabinieri non sfoderano le loro pistole, né prima (e non ce ne sarebbe stato motivo) né dopo la rissa, quando Varriale si concentra sul collega ferito. Sull’occultamento del coltello «i due protagonisti rendono versioni contrapposte, accusandosi a vicenda». Una stranezza che gli stessi pm evidenziano annotando, poche righe più avanti: «l’esistenza di un accordo anche nella fase post delitto che non consente di apprezzare atteggiamenti di resipiscenza».

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