Edy Ongaro, morto in Donbass il miliziano italiano che combatteva con i separatisti filo-russi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-04-01

Nel villaggio di Adveedka, a nord di Donetsk, è morto in battaglia Edy Ongaro, miliziano italiano originario di Portogruaro (Venezia) emigrato per combattere al fianco dei separatisti filo-russi in Donbass

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Su Facebook si faceva chiamare “El Buitre”, il nome di battaglia “Bombazo” in ricordo di un partigiano della seconda guerra mondiale, in Italia era Edy Ongaro, miliziano combattente tra le fila delle forze separatiste filo-russe del Donbass morto ieri dopo essere stato investito dall’esplosione di una bomba a mano nel villaggio di Adveedka, a nord di Donetsk. La notizia è stata diffusa dal Collettivo Stella Rossa Nordest ed è stata confermata da Massimo Pin, amico di Ongaro: “Purtroppo è vero, i compagni in Donbass sono stati informati della morte di Edy da ufficiali della milizia popolare di cui faceva parte. Prima di comunicarlo abbiano informato il padre e il fratello”.

Edy Ongaro, morto in Donbass il miliziano italiano che combatteva con i separatisti filo-russi

Originario di Portogruaro (Venezia) combatteva da sette anni in Donbass, nella brigata Prizrak, che ha come obiettivo la trasformazione della regione in un nuovo Stato comunista. Ongaro ha fatto sapere che a spingerlo a scendere in battaglia sarebbe stato il ricordo delle violenze fatte patire alla sua famiglia dai fascisti. Era emigrato nel 2015 dopo essere rimasto implicato in una rissa in un bar del suo paese, nell’ambito della quale aveva colpito l’esercente con un calcio all’addome e poi si era scagliato contro un carabiniere. Era stato rimesso in libertà dal giudice in attesa del processo, per poi sparire. Per i combattenti separatisti filo-russi era come un eroe, venuto a combattere contro Kyiv e al fianco “di tutti i civili neo-russi che hanno visto l’inferno in terra”. Quando Vladimir Putin aveva firmato in diretta il documento com il quale riconosceva l’indipendenza delle repubbliche del Donbass aveva scritto: “Questo è il nostro giorno”. Tre giorni dopo sarebbe iniziata la guerra. “Era un compagno puro e coraggioso, ma fragile”, hanno scritto i suoi amici del Collettivo Stella Rossa. “In Italia aveva commesso degli errori. In Donbass aveva trovato il suo riscatto”.

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