Gli inventori dell'educazione gender si preparano al Family Day

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-01-22

Le associazioni di cattolici integralisti e i genitori preoccupati tornano alla carica contro il DDL Cirinnà, le stepchild adoption e la fantomatica ideologia gender. È il Family Day, bellezza

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Manca una settimana al grande raduno omofobo di Roma del Family Day e gli opposti schieramenti hanno iniziato la gara a chi ce l’ha più lungo (il corteo in piazza, cosa avete pensato?). In particolare in questo periodo si distinguono come sempre i cattolici preoccupati dall’invasione delle orde omosessualiste che con i loro programmi di educazione gender vogliono far diventere omosessuali i nostri figli. Per le associazioni cattoliche le parole d’ordine sono omodittatura, gaystapo e – in ultima istanza – famiglia naturale. Ne abbiamo avuto una prova anche ieri sera, durante la puntata del programma di approfondimento di Rete 4 condotto da Paolo Del Debbio dove si è parlato di ideologia gender e di lezioni di masturbazione nelle scuole.

galassia family day
La galassia del Family Day (Repubblica, 18 giugno 2015)

I cattolici contro i matrimoni degli altri

Non occorre essere dei veggenti, quello che verrà detto a Roma sabato prossimo è stato ribadito fino allo sfinimento tramite volantini, insegne luminose, inutili mozioni da parte di comuni e regioni e messaggi su whatsapp. L’obiettivo principale degli attacchi dei sostenitori della famiglia tradizionale è ovviamente il DDL Cirinnà, quello che dovrebbe regolamentare le unioni civili tra persone dello stesso sesso ma che non ha ancora visto la luce. Secondo persone come il direttore del quotidiano un tempo cartaceo “contro i falsi miti del progressoMario Adinolfi (ma non dimentichiamoci le Sentinelle in Piedi, Forza Nuova, Casa Pound, Notizie Pro Vita e il Comitato Difendiamo i nostro figli) la legge che spalancherà le porte ad ogni forma di abominio contrario a quella che secondo loro è la morale naturale e quindi universale quando in realtà è al massimo la morale di una religione monoteista. Ad esempio alla pratica che viene comunemente chiamata “dell’utero in affitto” ma che nella bozza del  DDL non è prevista. Scorrendo l’intero testo del ddl Cirinnà non si trovano mai minimi accenni dell’utero in affitto. Il ddl regola invece la stepchild adoption. È forse il punto più controverso della legge, accusato anche di introdurre le adozioni per le coppie gay. In realtà la stepchild adoption è una cosa completamente diversa. Attualmente i figli delle coppie gay hanno solo il genitore naturale come genitore legittimo. L’altro è un estraneo. La stepchild, recependo anche sentenze della Cassazione, permette al compagno “estraneo” di diventare a tutti gli effetti genitore. Non è una norma che legittima l’utero in affitto, anche perché questi bambini potrebbero anche essere venuti al mondo in maniera naturale. È stata pensata, invece, per tutelare soprattutto i bambini che vivono queste situazioni. È curioso che ai difensori dell’infanzia sia sfuggito questo dettaglio.

stepchild adoption gender cirinnà - 1
Credits: Giuseppe La Micela

 
Le adozioni, invece, sono proprio l’unico punto che differenza le unioni civili dai matrimoni. Resterà una prerogativa delle coppie eterosessuali. C’è infine l’accusa pretestuosa di incostituzionalità, che in realtà non sta in piedi come abbiamo spiegato qui e qui. I cattolici non vedono l’utilità che la legge sancisca, difenda e tuteli le unioni gay, per loro si tratta solo di un pretesto per creare altre forme di famiglia. Forme che in realtà sono sempre esistite ma che non hanno mai potuto ottenere le tutele di legge e la parità di diritti.
allarme gender
L’allarme gender sta suonando incessantemente

 

L’invenzione dell’ideologia gender per attaccare i diritti delle donne e degli omosessuali

Ed è proprio questo il punto che ha consentito a certe persone di inventare la storia dell’ideologia gender, una strana teoria che verrebbe utilizzata dalle “Lobby Gay” per scardinare l’istituto della famiglia e insegnare l’omosessualità nelle scuole. Peccato che Teoria Gender e Ideologia Gender siano parole inventante e non facciano riferimento a nulla di reale ma che sono il frutto dell’opera di convincimento messa in atto dal Pontificio Consiglio per la Famiglia che già da diversi anni ha iniziato a diffondere l’idea dell’esistenza di un’ideologia «che nega l’importanza della differenza dei sessi e favorisce l’esercizio sterile e ludico della sessualità. Si arriva a considerare la famiglia un residuo storico destinato a scomparire in un prossimo futuro». In un documento intitolato Famiglia, matrimonio e unioni di fatto pubblicato nel 2000 in cui vengono mosse molte critiche al concetto (all’epoca se ne parlava molto) delle unioni di fatto. Nel testo si invitavano i governi a eliminare le leggi a sostegno delle unioni civili delle coppie di fatto la cui equiparazione con le famiglie unite dal matrimonio (religioso). Il documento mira ad avvertire «sui pericoli che scaturirebbero da un tale riconoscimento ed equiparazione per l’identità dell’unione matrimoniale e sul grave deterioramento che ne deriverebbe per la famiglia e per il bene comune della società». Insomma, ben prima delle Sentinelle in Piedi l’invenzione della Teoria del Gender era un utile grimaldello ideologico adottato dalla Chiesa (e non da qualche elemento radicale isolato) per scardinare la lotta per quei diritti civili ritenuti dalla gerarchia ecclesiastica, non fondamentali ed anzi innaturali. Ma in realtà “gender” non significa nulla di tutto questo, prendiamo ad esempio la definizione data dalla FAO (che non si può certo accusare di promuovere l’omosessualità):

Gender roles are the ‘social definition’ of women and men. They vary among different societies and cultures, classes, ages and during different periods in history. Gender-specific roles and responsibilities are often conditioned by household structure, access to resources, specific impacts of the global economy, and other locally relevant factors such as ecological conditions (FAO, 1997).
Gender relations are the ways in which a culture or society defines rights, responsibilities, and the identities of men and women in relation to one another (Bravo-Baumann, 2000).

Studiare il “gender”, significa studiare il motivo per cui, ad esempio, a parità di mansioni svolte una donna guadagna meno di un uomo. Oppure il motivo per cui certi ruoli della società sono specifici di un genere. Se il sesso è biologicamente determinato così non è per l’identità di genere che è culturalmente e socialmente determinata. Anche la Chiesa in passato, stabilendo il ruolo della donna in seno alla famiglia e promuovendo una certa immagine dell’angelo del focolare, ha contribuito a diffondere una certa idea di genere. Per questo sono nati i Gender Studies ovvero quelli che in italiano vengono chiamati studi di genere. Questi studi  mirano a individuare e a spiegare i motivi per cui ad un dato genere (maschile o femminile) vengano attribuiti dei ruoli specifici non strettamente legati alle caratteristiche sessuali (ad esempio perché le donne guadagnano meno degli uomini). Questi studi non hanno prodotto una “teoria unificata” ma assomigliano più ad una costellazione di singole ricerche e modelli scientifici; poi, recentissimamente, qualcuno ha cominciato a dire che invece ci sarebbe stata una teoria unitaria, di cui però gli studiosi non sanno nulla. Una spiegazione ce la dà l’Ordine degli Psicologi del Lazio in questo articolo. L’ideologia del Gender è una teoria costruita dalle stesse persone che la criticano che hanno l’hanno inventata per avere uno strumento per attaccare le legittime richieste delle persone omosessuali:

Esistono molteplici studi di genere che analizzano come i ruoli attribuiti all’uno o all’altro sesso (maschio/femmina) siano sociali e strettamente legati alla cultura di appartenenza. Altrove, nel mondo, ci sono dipartimenti interi.
Quindi possono variare da paese in paese e anche nello stesso paese nel tempo.
NON esiste teoria che rifiuti la differenza biologica tra maschi e femmine (e non uomini e donne, concetto di genere, non biologico sebbene in parte legato anche a questo ambito).
Né esistono le fantasiose varianti « ideologia del genere », « teoria del genere sessuale », « teoria del genere queer », « ideologia delle femministe del gender ».

Quello che in realtà si vuole insegnare nelle scuole, e lo abbiamo spiegato parlando della polemica sul DDL Fedeli, è in realtà il valore di rispettare le differenze, tutelare le pari opportunità tra uomo e donna in modo da prevenire episodi di bullismo, stalking e i casi di femminicidio. Ma per l’appunto ai teorici dell’ideologia gender (quelli veri, cioè i cattolici) che accorreranno a legioni sabato prossimo a Roma non interessa minimamente la questione. Perché in realtà non vogliono solo negare i diritti delle persone omosessuali ma anche ridurre quelli – faticosamente conquistati – delle donne. Non c’è dubbio che fino a poco tempo fa molti di loro avrebbero volentieri sostenuto posizioni secondo le quali la donna era “naturalmente” subordinata al potere maschile. Anzi, alcune di loro, come Costanza Miriano (autrice di “Sposati e sii sottomessa”) lo fanno ancora tutt’oggi. In fondo quando si parla di femminicidio si fa riferimento quasi esclusivamente a quei delitti che avvengono principalmente all’interno di coppie eterosessuali o di “famiglie naturali”.

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