Quanto vale l'economia criminale (e quanto invece i numeri in economia)

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-08-31

La Cgia pubblica una stima del giro d’affari della mafia. Vediamo come è stata ottenuta. E quali altri dati ci può fornire. A partire dalle segnalazioni per riciclaggio e per terrorismo. Per finire sui calcoli un po’ allegri delle associazioni e sui paradossi che generano

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Centosettanta miliardi l’anno. Questo, secondo l’ufficio studi della Cgia di Mestre, vale l’economia criminale in Italia. E ciò in base a “un’elaborazione”, come dicono gli artigiani nel comunicato stampa. Ma come si arriva a questo calcolo? Lo spiega la stessa Cgia nella nota metodologica:

Il 6 giugno 2012, presso la Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, l’allora Vice Direttore Generale della Banca d’Italia, Anna Maria Tarantola, ebbe modo di affermare che il valore medio del sommerso criminale, nel periodo 2005-2008, era stato pari al 10,9% del Pil. Ipotizzando che l’incidenza sia ancora a questi livelli, l’Ufficio studi della CGIA stima che per il 2013 il valore economico dell’economia criminale si attesti attorno ai 170 miliardi di euro. Nella metodologia di calcolo eseguita dalla Banca d’Italia, così come stabilito dall’Ocse, si fa riferimento solo alle transazioni criminali avvenute dopo un accordo tra il venditore e l’acquirente. Non sono inclusi i reati “violenti” come i furti, le estorsioni, le rapine e l’usura.

Ora, pare piuttosto chiaro che la Cgia ha considerato invariata la percentuale di Pil segnalata per il periodo 2005-2008 e ha diviso quindi il Pil per cento e moltiplicato per 10,9: il risultato è pressappoco 170. Ora, un calcolo del genere implica un ragionamento successivo: l’economia crinimale, secondo questi calcoli, sarebbe IN CALO: perché stiamo diventando più onesti? No, semplicemente perché è in calo anche il Prodotto interno lordo.

L'andamento del Pil in volume tra 2000 e 2013 (fonte: Istat)
L’andamento del Pil in volume tra 2000 e 2013 (fonte: Istat)

Secondo voi questo dato non è rilevante? O forse la mancanza di dati raccolti in maniera uniforme, ma l’utilizzo di un semplice calcolo matematico, non è il massimo quando si parla di “elaborazione dell’ufficio studi?”. Un altro dato interessante, sempre seguendo il comunicato stampa della Cgia, è quello del +212% in cinque anni per le operazioni sospette “denunciate” alla Uif da parte di intermediari finanziari. Segnalazioni che a volte si rivelano valide, altre meno. La Cgia ricava il dato misurando la differenza tra 2009 e 2013, ovvero in anni in cui ci sono stati anche numerosi cambi di metodologia per le segnalazioni: tutta economia criminale questa? E poi, guardiamo i dati e cosa dicono per il 2013:
quanto vale l'economia criminale 1
 
Come vedete, un altro dato che la tabella mostra ma che non è evidenziato è che nell’ultimo anno le segnalazioni sono diminuite: siamo diventati più onesti? O forse questa metodologia, come dicevamo prima, non è il massimo? C’è un’altra tabella interessante che possiamo vedere nel comunicato stampa della Cgia: quella sulle segnalazioni per terrorismo.
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Come potete agevolmente notare, le segnalazioni per terrorismo risultano notevolmente diminuite al Nord Ovest; e si può anche osservare che la maggior parte delle segnalazioni arrivano dalla Lombardia. In generale, anche qui i numeri sono negativi: stiamo diventando più onesti? O la diminuzione dei volumi a causa della crisi porta necessariamente anche una diminuzione delle segnalazioni? In attesa di una risposta certa alle domande, nel frattempo rimane che la domanda su quanto vale l’economia criminale rimane piuttosto inevasa. Molto più pertinente è chiedersi quanto valgono i numeri in economia. A parte i titoli dei giornali.
 

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