La chiacchierata tra Durigon e Salvini per spiegare le parole sulle indagini della Lega

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-04-30

“Quello che fa le indagini sulla Lega lo abbiamo messo noi”. Cosa ha detto Durigon al suo leader per spiegare cosa è successo?

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Ieri Matteo Salvini ha difeso il sottosegretario Claudio Durigon dopo il polverone generato dalla video inchiesta di Fanpage in cui veniva riportata la frase “Quello che fa le indagini sulla Lega lo abbiamo messo noi”. Cosa ha detto Durigon al suo leader per spiegare cosa è successo?

La chiacchierata tra Durigon e Salvini per spiegare le parole sulle indagini della Lega

Ieri Salvini ostentando sicurezza aveva dichiarato: “Mi sembra una vicenda surreale, i 5 Stelle si stanno agitando per nascondere i problemi di Grillo, su cui non mi permetto di dare un giudizio”, aggungendo ironicamente: «Per cosa dovrebbe dimettersi? Per l’inchiesta di Fanpage?”. Per il leader della Lega la frase di Durigon non è grave “perché visto come sono andati i processi, l’influenza sulla Guardia di Finanza non è esistita, non so se dire purtroppo o per fortuna”. Repubblica racconta che prima della sua dichiarazione pubblica il segretario del Carroccio ha avuto un confronto privato con il suo sottosegretario, che gli ha spiegato il contesto delle parole “rubate”:

Una chiacchierata lunga, sofferta. Claudio Durigon si è sfogato con Matteo Salvini. Mostrandosi “provato” dal clamore suscitato da quelle parole rese in libertà, fra l’urgenza di liberarsi di un interlocutore e il millantato credito. Queste, almeno, sarebbero le molle che hanno spinto il sottosegretario all’Economia a lasciarsi andare, intercettato, a quella frase sicura sull’esito delle inchieste sul Carroccio: «Quello che fa le indagini sulla Lega lo abbiamo messo noi», si vanta in una conversazione intercettata e riportata da Fanpage.it. Il riferimento è a un non precisato generale della Guardia di Finanza: non si comprende di chi parli Durigon, qualcuno ipotizza che il parlamentare di Latina si produca in un generico accenno alle nomine dei vertici delle Forze armate fatte dal governo gialloverde.

Diversa la ricostruzione fatta dal Corriere, che citando fonti di Via Bellerio parla di un montaggio che avrebbe caricato di significato le frasi di Durigon: “Il sottosegretario non è infatti «indagato», rimarcano, l’unico processo che si sta svolgendo è sulle basi di immagini rubate, montate ad arte per insinuare conclusioni che non hanno fondatezza investigativa”. Intanto la richiesta di chiarimenti, se non addirittura di dimissioni, diventa sempre più pressante: prima i 5 Stelle hanno fatto sapere che starebbero valutando una mozione per chiedere la revoca del sottosegretario, con Toninelli che si spinge oltre chiedendo le sue dimissioni. Ieri sera anche il leader di Azione Calenda ha spinto pubblicamente a Otto e mezzo per un passo indietro di Durigon che altrimenti dovrebbe “essere cacciato”. E che la storia non sia solo una bufera passeggera lo fa capire il fatto perfino i pm di Milano Eugenio Fusco e Stefano Civardi hanno ritenuto di dover intervenire per “confermare la fiducia nei militari della Guardia di finanza che hanno indagato su Lombardia film commissione e ribadiscono la tempestività, la professionalità e il rigore negli accertamenti che sono stati loro delegati”

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