I 1200 dublinanti che la Germania ha mandato in Italia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-06-16

In sei mesi la Germania ha mandato in Italia quasi 1.200 profughi E ora vuole aumentare il ritmo

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Mentre i porti restano chiusi, come Matteo Salvini ricorda quotidianamente, gli aeroporti non lo sono affatto. E la Germania li usa per riportare i dublinanti sul loro paese d’origine. Secondo i dati più aggiornati del ministero del suo omologo tedesco, Horst Seehofer, le richieste di trasferire profughi in Italia sono in vertiginoso aumento. Nel primo trimestre del 2019 sono state ben 4.602, il 33% del totale delle domande fate arrivare a tutti i partner Ue. Soprattutto, un boom del 50% rispetto al trimestre precedente (tra ottobre e dicembre erano state 2.979 le richieste a Roma, il 25,4%). Racconta Tonia Mastrobuoni su Repubblica:

Ma anche gli “ok” del ministero di Salvini a Seehofer stanno crescendo: 3.540 tra gennaio e marzo contro i 2.629 del periodo precedente. E i trasferimenti effettivi? Avvengono a ritmo regolare: sono stati 1.114 tra novembre e marzo, 557 a trimestre, il 28% circa del totale. Tanto che nella recente conferenza dei ministri dell’Interno dei Land, il Baden-Wuerttenberg ha chiesto che riprendano anche quelli via charter, quelli scoperti da Repubblica nell’estate del 2018 e sospesi per un po’.

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I trasferimenti dalla Germania all’Italia (La Repubblica, 16 giugno 2019)

Peraltro, sempre secondo i numeri ufficiali del governo aggiornati a qualche giorno fa, a Salvini non è convenuto affatto il rifiuto di sottoscrivere l’accordo bilaterale che Seehofer ha firmato ad esempio con la Grecia, sempre l’estate scorsa. Il nostro ministro dell’Interno aveva sempre tuonato che l’intesa sarebbe dovuta avvenire “a somma zero”, insomma per ogni “dublinante” accolto, uno sarebbe dovuto partire. E invece, da allora i rifugiati che vengono trasferiti dalla Grecia alla Germania per esempio per ricongiungimento familiare sono molti di più di quelli che tornano nel Paese ellenico. Per l’Italia è vero il contrario: la somma è pesantemente negativa. Tra gennaio e marzo, a fronte di 557 trasferimenti all’Italia, verso la Grecia ne sono avvenuti 4. Viceversa, Berlino ha accettato dall’Italia 45 trasferimenti, neanche un decimo di quelli rispediti nel nostro Paese.

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