Drusilla Foer e l’offerta di “lavoro” da un euro l’ora: “Una roba vergognosa”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-06-29

Drusilla Foer a R101 commenta la vicenda di Francesca Sebastiani, che ha rifiutato una proposta di “lavoro” da 280 euro al mese per 60 ore settimanali

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“Sono davvero pochissimi 280 euro al mese. Secondo me buttare anche questa visione non fa bene ai giovani che vogliono un minimo di coerenza con la meritocrazia, con quello che uno sa fare, con quanto si è impegnato, quanto ha studiato, quanto vuole qualcosa”: Drusilla Foer commenta nella sua ospitata settimanale a R101 la vicenda di Francesca Sebastiani, la 22 di Napoli che su Tik Tok aveva denunciato un’offerta di “lavoro”, o meglio di sfruttamento, che prevedeva 60 ore di lavoro settimanali a fronte di una paga da poco più di un euro ogni sessanta minuti. Con tanto di risposta piccata della titolare: “Voi giovani non avete voglia di lavorare”.

Drusilla Foer e l’offerta di “lavoro” da un euro l’ora: “Una roba vergognosa”

“Non si può pagare questa cifra – incalza Drusilla parlando con i conduttori Maurizio Costanzo e Carlotta Quadri – è una roba vergognosa che offende anche la dignità di coloro che hanno voglia di lavorare. Credo che quel messaggio sui social sia servito a scatenare questo tema. Come sempre i social hanno questa bacchetta magica che fa venire in evidenza e amplificare dei temi che magari sono sotto la sabbia”. Poi la provocazione: “Io sono di una generazione che magari si lavorava un mese gratis da qualche parte; io trovo più dignitoso lavorare gratis. Piuttosto sto in ufficio, in negozio, da un artigiano e imparo, faccio le fotocopie, spazzo in terra e intanto imparo. Quello è un approccio al lavoro protetto, assicurato in modo tale che se anche uno è lì a imparare e si fa male non ci rimette. Quello è un approccio al lavoro che tutto sommato ha dell’energia e della volontà dentro. Settanta euro alla settimana si subiscono e basta, sono un’offesa”. Sui “privilegiati” citati da Quadri che chiedono di “fare sacrifici” Drusilla è categorica: “Mi scappa un vaff…”.

 

(immagine di copertina: Italy Photo Press)

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