L’incomprensione tra Draghi e Zelensky sulla telefonata mancata

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-02-25

Mario Draghi in un’informativa alla Camera ha riferito di una telefonata mancata questa mattina con Volodymyr Zelensky, che su Twitter ha replicato: “a prossima volta cercherò di spostare l’agenda bellica per parlare con Mario Draghi ad un’ora precisa”

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“Ieri ho partecipato a un Consiglio europeo straordinario, a cui ha preso parte anche il presidente Zelensky. È stato un momento veramente drammatico quello della connessione con il presidente Zelensky. È nascosto in qualche parte di Kiev. Stamattina mi ha cercato prima di venire qua (in aula alla Camera per un’informativa, ndr), abbiamo fissato un appuntamento telefonico per le 9.30, ma non è stato possibile poi fare la telefonata perché il Presidente Zelensky non era più disponibile. Ha detto che lui non ha più tempo, che l’Ucraina non ha più tempo, che lui e la sua famiglia sono l’obiettivo delle forze di invasione russa. È stato un momento drammatico che ha colpito tutti i partecipanti al Consiglio europeo”. Queste parole pronunciate dal presidente del Consiglio Mario Draghi di fronte all’Aula di Montecitorio hanno generato un equivoco a distanza con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

L’incomprensione tra Draghi e Zelensky sulla telefonata mancata

Pochi minuti dopo la replica su Twitter: “Questa mattina alle 10:30 agli ingressi di Chernihiv, Hostomel e Melitopol ci sono stati pesanti combattimenti. Le persone sono morte. Nel frattempo, l’Ucraina continua a lottare per il suo popolo. La prossima volta cercherò di spostare l’agenda bellica per parlare con Mario Draghi ad un’ora precisa”

Il tweet  ostile di Zelensky potrebbe dipendere da un fraintendimento della traduzione di quanto letto, visto che le parole di Draghi non erano espresse in modo polemico e anzi subito dopo l’Aula ha fatto partire un applauso – al quale l’ex presidente della Bce si è unito – di solidarietà al popolo ucraino. Ma è probabile anche che le parole del leader ucraino derivino dal fastidio verso l’Italia, tra i paesi europei più riluttanti a imporre le sanzioni economiche più pesanti alla Russia.

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