Cosa si sono detti Draghi e Putin in quella telefonata di 45 minuti

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-03-31

La sintesi in due comunicati ufficiali: quello italiano più dettagliato, quello russo ridotto a pochissime righe

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Hanno parlato telefonicamente, senza utilizzare video o altre strumenti di comunicazione. Una chiamata durata circa 45 minuti in cui il Presidente del Consiglio italiano Mario Draghi e il Presidente russo Vladimir Putin hanno dialogato per la prima volta dall’inizio dell’invasione e della guerra in Ucraina. Quarantacinque minuti in cui sono stati affrontati diversi temi, tutti strettamente legati al conflitto e ai suoi riflessi, ma raccontanti in modo differente dai due Paesi: più dettagliata la narrazione italiana, scarna e priva di molti riferimenti quella del Cremlino.

Draghi-Putin, cosa si sono detti i due Presidenti nella loro telefonata

Al termine del colloquio telefonico, Palazzo Chigi ha diffuso una nota in cui ha sintetizzato i temi affrontati in quei 45 minuti. In particolare si è messa in evidenza una richiesta fondamentale fatta dall’Italia (e non solo) al Cremlino: il cessate il fuoco.

“Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi ha avuto oggi (ieri, ndr) una telefonata con il Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin. Al centro del colloquio l’andamento del negoziato tra la Russia e l’Ucraina e i suoi ultimi sviluppi. Il Presidente Draghi ha sottolineato l’importanza di stabilire quanto prima un cessate il fuoco, per proteggere la popolazione civile e sostenere lo sforzo negoziale. Il Presidente Draghi ha ribadito la disponibilità del governo italiano a contribuire al processo di pace, in presenza di chiari segni di de-escalation da parte della Russia. Il Presidente Putin ha descritto il sistema dei pagamenti del gas russo in rubli. I due leader hanno concordato sull’opportunità di mantenersi in contatto”.

I punti, dunque, sono stati diversi: dai negoziati in corso (e che riprenderanno, in via telematica, nella giornata del 1° aprile), al cessate il fuoco, fino al processo di pace a cui l’Italia vuole contribuire (ma la condizione fondamentale è la de-escalation dei militari russi). Infine si è parlato anche della questione del pagamento delle forniture di gas in rubli, come “minacciato” nei giorni scorsi da Putin dando un chiaro indirizzo a Gazprom. Nel comunicato di Palazzo Chigi non si danno dettagli su questo argomento, ma come dichiarato anche dal Cancelliere tedesco Scholz, per il momento le forniture energetiche si continueranno a pagare in euro.

La carne sul fuoco, dunque, è tanta. Ma leggendo solamente il comunicato stampa pubblicato dal Cremlino al termine del colloquio telefonico Draghi-Putin, sembra che si sia parlato di poco e nulla in quei 45 minuti. Come riporta Il Corriere della Sera, infatti, dalla Russia si sono limitati a un paio di righe piuttosto scarne e in cui non vengono indicati tutti gli argomenti oggetto di quella telefonata:

“Putin ha riferito sugli sviluppi dei negoziati di ieri a Istanbul tra le delegazioni di Mosca e Kiev e sulla richiesta di Mosca di pagare in rubli le forniture di gas”.

Neanche due righe per raccontare 45 minuti. In realtà, come spiegano anche La Repubblica a Il Messaggero, Vladimir Putin avrebbe espresso parziale soddisfazione per quel che riguarda gli ultimi negoziati di Istanbul, soprattutto per quel che riguarda l’impegno internazionale affinché l’Ucraina rimanga “neutrale”. E in questo ambito si sarebbe parlato anche della richiesta di annessione di Kyiv all’Unione Europea (sostenuta nei giorni scorsi anche da Draghi). Mentre sarebbe stato pochissimo il tempo dedicato a due situazioni: quella del Donbas e della Crimea.

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