DPCM Draghi: Italia chiusa fino a Pasqua

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-02-25

Ieri il ministro della Salute Speranza ha confermato che presto verrà varato un nuovo DPCM, che “varrà dal 6 marzo al 6 aprile”. Nessuna riapertura in vista: cosa cambia con il DPCM Draghi?

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Ieri il ministro della Salute Speranza ha confermato che presto verrà varato un nuovo DPCM, che “varrà dal 6 marzo al 6 aprile”. Nessuna riapertura in vista, perché “È fondamentale mantenere un approccio di grande prudenza. Con questo livello di incidenza di casi abbiamo 5 regioni con terapie intensive sopra la soglia critica e l’Rt medio è 0.99, secondo ultimo rilevamento. Quindi l’Rt si avvia con le misure attualmente in vigore a superare la soglia di 1”. Quali sono le misure e i divieti previsti con il DPCM Draghi? Fino a Pasqua l’Italia, con buona pace di Salvini che premeva per la riapertura dei ristoranti la sera nelle zone gialle, rimane sostanzialmente chiusa. Come scrive Repubblica vengono riconfermate tutte le misure già in vigore:

Niente viaggi né riunioni allargate di famiglia. E se riaperture ci saranno se ne parlerà solo dopo. Le cifre e le prospettive illustrate martedì dal Comitato tecnico scientifico hanno convinto Draghi a sposare la linea rigorista del ministro della Salute Roberto Speranza. Oggi la concertazione con i governatori che insisteranno sulle aperture dei ristoranti la sera in zona gialla ma il nuovo Dpcm dovrebbe sostanzialmente confermare tutte le misure in scadenza il 5 marzo. E sarà valido fino al 6 aprile, Pasqua e Pasquetta comprese. Unico spiraglio la prospettiva, in zona gialla, di un’apertura dal 27 marzo di cinema e teatri, con nuovi protocolli, e di mostre e musei anche nei weekend

Nel dettaglio come già detto i ristoranti rimangono aperti solo a pranzo. Riapertura rimandata per palestre e piscine. E per quanto riguarda le seconde case cambia qualcosa, come spiega il Corriere:

Il decreto del governo in vigore da domani e le ordinanze firmate da presidenti di Regione e sindaci per istituire le zone rosse e la nuova fascia «arancione scuro» — nei luoghi dove circolano le varianti — hanno posto limiti per chi vuole andare nelle seconde case. Chi vive in fascia gialla e in fascia arancione può andare nelle seconde case anche se si trovano fuori regione. Non si può invece andare in una seconda casa che si trova in fascia «arancione scuro» e in zona rossa. Chi vive in fascia «arancione scuro» e in zona rossa non può uscire dal comune di residenza e dunque non può andare nelle seconde case, anche se si trovano in fascia gialla o in fascia arancione.

Invece per quanto riguarda negozi e centri commerciali le misure in vigore rimangono quelle attuali. Eccole nel riepiloso su La Stampa:

N essuna variazione in vista per un altro mese. In zona gialla e arancione tutti i negozi sono aperti. I centri commerciali solo nei giorni feriali, rimangono chiusi invece nei giorni prefestivi e festivi, fatta eccezione per supermercati, farmacie, edicole o tabaccai situati all’interno. In zona rossa centri commerciali sempre chiusi e negozi al dettaglio chiusi, ma parliamo essenzialmente di abbigliamento per adulti, accessori, gioiellerie e simili, perché possono restare aperti tutti quelli che forniscono beni o servizi di prima necessità. Quindi, citando i principali: alimentari, farmacie, edicole, tabaccai, ottica, informatica, telefonia, profumerie, intimo, abbigliamento per bambini, giocattoli, librerie, fiorai. A lavoro anche parrucchieri, barbieri o lavanderie. Ovunque restano valide le solite misure di sicurezza: distanziamento sociale di almeno un metro, obbligo di mascherina, ingressi contingentati per evitare assembramenti, in base alle dimensioni del negozio

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