La doppia pandemia di vaccinati e no vax

di Massimiliano Cassano

Pubblicato il 2021-12-22

Secondo l’ultimo report della Federazione italiana Aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso) sui dati raccolti in 21 ospedali “sentinella” in tutta Italia, la pandemia “accelera” per quanto riguarda i no vax e “rallenta” in relazione all’aumento del numero di vaccinati

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“Siamo di fronte a due epidemie: una che corre e riguarda i no vax che finiscono in rianimazione e sviluppano forme gravi della malattia da Covid e una più lenta che coinvolge i vaccinati, per lo più persone di età avanzata e con gravi patologie pregresse, e che non hanno ancora fatto la terza dose”. Commenta così Giovanni Migliore, presidente della Federazione italiana Aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso) il report appena pubblicato dall’ente sui dati relativi al Covid osservati nei 21 ospedali sentinella in tutta Italia. L’incremento dei non vaccinati nei reparti ordinari è del 16,7% mentre diminuiscono del 2% i vaccinati ricoverati. I no vax ammontano al 53% del totale, pur essendo nel Paese meno del 20% della popolazione. Tra tutte le strutture esaminate, quella che ha fatto registrare il maggior numero di ricoveri da inizio pandemia è l’Istituto Giannina Gaslini di Genova, nella settimana 14-21 dicembre.

Le differenze tra vaccinati e non nei ricoveri ospedalieri

Fiaso registra inoltre che il tasso di crescita dei ricoveri Covid rimane stabile al 7%: la pandemia avanza quindi a ritmo costante, ma al suo interno si muove a due velocità: accelera per quanto riguarda il numero dei no vax, frena in relazione ai pazienti vaccinati. Il campione di 1.301 adulti mostra anche la netta differenza di età fra vaccinati e non: i primi hanno in media 73 anni, i secondi 63. Maggiori anche le comorbidità fra i vaccinati (73%), mentre metà dei ricoverati senza il vaccino non soffriva di altre patologie.

Nelle rianimazioni invece continuano ad essere estremamente diverse le proporzioni fra vaccinati e non: i no vax sono circa il 70% del totale dei pazienti in e sono più nettamente giovani. Inoltre, tra i vaccinati l’88% ha completato il ciclo vaccinale con 2 dosi da oltre 4 mesi e non ha ancora ricevuto la dose booster raccomandata. “Questo evidenzia ancora di più l’importanza della vaccinazione – sottolinea Migliore – nella protezione dalla malattia e in particolare l’anticipazione della terza dose per i fragili”.

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