“Mi hanno massacrato perché non ho voluto attaccare Achille Lauro”, parla il parroco che ha cantato “Brividi” nella sua omelia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-02-21

Le parole del parroco della chiesa di San Giovanni a Lonato del Garda, diventato famoso per un video in cui cita Mahmood e Blanco dal pulpito

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Il video della sua omelia è diventato virale in rete. L’esibizione di don Matteo Selmo ha travalicato le mura della chiesa di San Giovanni a Lonato del Garda ed è diventata un vero e proprio fenomeno social negli ultimi giorni, con tantissimi apprezzamenti e – come spesso accade in queste occasioni – anche numerose critiche. Ma il prelato preferisce fermarsi ai commenti benevoli ricevuti, spiegando come la musica possa rappresentare quel linguaggio universale anche per raccontare la fede.

Don Matteo Selmo, il parroco di Monza che ha cantato Mahmood e Blanco

Nel filmato diventato virale, don Matteo Selmo non si limita solamente al brano ci Mahmood e Blanco, ma cita anche molti altri testi cantati sul palco dell’Ariston a Sanremo. Nella sua intervista al quotidiano La Repubblica, il parrocco ha raccontato come sia stato raggiunto da messaggi di apprezzamento da parte di moltissime persone di ogni età (grazie a un commento dello stesso Blanco e a un altro di Gianni Morandi). La maggior parte delle persone hanno compreso il suo messaggio, ma ci sono stati anche alcuni che lo hanno ferocemente attaccato.

“Tutti hanno capito il messaggio che volevo lanciare, ovvero che la musica può aiutarci a comprendere la parola di Dio. Ho accostato l’attualità al Vangelo, proprio come faceva Gesù quando trasformava in parabole episodi di vita quotidiana. Ho ricevuto complimenti da tutta Italia. Le critiche, anche feroci, sono arrivate quando ho parlato sui social di un altro cantante”.

Perché in precedenza, attraverso i suoi canali social, aveva parlato del “battesimo” di Achille Lauro proprio sul palco di Sanremo. Don Matteo Selmo aveva criticato quel gesto, ma si era spinto in una riflessione sul concetto di fede e della sua percezione. Per quel motivo era stato attaccato sui social, con persone che chiedevano addirittura le sue dimissioni. Ma il senso delle sue parole era molto più profondo:

“Noi cristiani dobbiamo ripensare il nostro modo di vivere la fede, concentrandoci sulla sua bellezza anziché attaccare chi la pensa diversamente”.

Un pensiero che è tutto fuorché cristiano, visto che gli stessi testi sacri invitano i fedeli a una mente più aperta e alla condivisione di dubbi e perplessità. Ma i social non sono né la Bibbia né il Vangelo. E il parroco della chiesa di San Giovanni a Lonato del Garda lo ha vissuto sulla propria pelle. Ma continuerà a fare riferimento alla musica perché è un linguaggio universale che consente di arrivare a tutti.

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