Economia
Disoccupazione: un nuovo record per Renzi!
Alessandro D'Amato 07/01/2015
Disoccupazione a novembre al 13,4%, nuovo massimo anche per i giovani. Gli inattivi diminuiscono su base annua, ma i non occupati aumentano. Meglio di lui finora soltanto Attila. Dati che parlano da soli: per questo il premier oggi starà zitto
Un altro record per Matteo Renzi. Che però stamattina difficilmente twitterà qualcosa per attribuirselo. Eppure il nuovo record della disoccupazione italiana, che a novembre raggiunge il 13,4%, arriva proprio mentre è lui che comanda a Palazzo Chigi, ma in questo caso sarà difficile che il premier si presenti ad attribuirsene “il merito”, ovvero le responsabilità. Il comunicato mensile dell’Istat è chiaro anche nello spiegare che differenza c’è tra Renzi e gli altri premier, da questo punto di vista: nessuna. «Il tasso di occupazione, pari al 55,5%, diminuisce di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali e rimane invariato rispetto a dodici mesi prima».
LA DISOCCUPAZIONE RECORD CON MATTEO RENZI
I disoccupati tra i 15-24enni sono 729 mila. L’incidenza dei disoccupati di 15-24 anni sulla popolazione in questa fascia di età è pari al 12,2%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 1,1 punti su base annua. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ovvero la quota dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, è pari al 43,9%, in aumento di 0,6 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 2,4 punti nel confronto tendenziale. E soprattutto: Il numero di individui inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuisce dello 0,1% rispetto al mese precedente e del 2,2% rispetto a dodici mesi prima. Il tasso di inattività, pari al 35,7%, rimane invariato in termini congiunturali e diminuisce di 0,7 punti su base annua. Un paio di mesi fa la discesa del tasso di inattività veniva sbandierato dal governo come un segno di ritrovato coraggio da parte dei lavoratori e un segno di fiducia nei confronti del mercato del lavoro. Se era vera quell’interpretazione, possiamo tranquillamente dire un paio di mesi dopo che la fiducia era evidentemente malriposta.
Rispetto al mese precedente la disoccupazione aumenta sia per la componente maschile (+0,4%) sia per quella femminile (+2,1%). Anche in termini tendenziali il numero di disoccupati cresce siaper gli uomini (+6,1%) sia per le donne (+10,9%).Il tasso di disoccupazione maschile, pari al 12,5%, rimane invariato in termini congiunturali mentre cresce in termini tendenziali (+0,6 punti); quello femminile, pari al 14,6%, aumenta sia rispetto al mese precedente (+0,3 punti percentuali) sia su base annua (+1,3 punti).Nel confronto congiunturale l’inattività diminuisce tra gli uomini (-0,2%) mentre resta invariata tra le donne; su base annua il numero di inattivi è in calo sia per la componente maschile (-2,6%) sia per quella femminile (-1,9%). Dati che parlano da soli. Per questo anche oggi il premier starà zitto.
E I 150MILA POSTI DI LAVORO?
Da registrare infine come è finita la storia dei 150mila posti di lavoro che Renzi usava sbandierare spesso nelle conferenze stampa.
A novembre meno 50 mila occupati (non ho il dato degli ultimi sei mesi, cit.) http://t.co/TNLULCfHVq via @istat_it
— Andrea Iannuzzi (@Aiannuzzi) 7 Gennaio 2015
Il recupero di posti di lavoro (150 mila) di cui giustamente il governo andava fiero a ottobre, è stato azzerato in due mesi (fonte Istat)
— Andrea Iannuzzi (@Aiannuzzi) 7 Gennaio 2015
140mila posti di lavoro bruciati in due mesi. Un’altra grande vittoria. E via, verso nuove avventure!
(Riguardo l’ipotesi che il Jobs Act possa salvare tutto ciò e gli agenti economici siano in attesa di assumere con la legge delega, ricordiamo che gli esperti non sono per niente d’accordo. Ma cosa volete che ne capiscano, quelli)
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