“Ora siamo un partito liberale e moderato”: la svolta di Di Maio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-02-25

Addio partito del vaffa, benvenuto al movimento moderato e liberale. Luigi Di Maio, intervistato oggi su Repubblica sancisce la definitiva metamorfosi grillina,

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Addio partito del vaffa, benvenuto al movimento moderato e liberale. Luigi Di Maio, intervistato oggi su Repubblica sancisce la definitiva metamorfosi grillina, anche per effetto dell’abbandono di Di Battista e degli espulsi che hanno detto no a Draghi. Con la prospettiva di avere Giuseppe Conte leader e della rinnovata alleanza con Partito Democratico e LeU, sulle quali, almeno per ora, però il ministro degli Esteri mette un paletto. La candidatura di Virginia Raggi a sindaco di Roma, che non è negoziabile:

 

Cosa dovrebbe fare Conte: candidarsi a Siena? Assumere un ruolo nel Movimento?
«Sarei veramente felice di un passo avanti di Conte dentro il M5S. Quando sono stato eletto capo politico nel 2017 avevo un obiettivo: portare i 5 stelle fuori dalle ambiguità. Sono stato il primo a dire che non dovevamo più parlare di uscita dall’euro, che bisognava smettere di fare leggi che burocratizzavano il Paese. Ho detto al Financial Times che la Nato non andava abolita e che non dovevamo uscirne. Era il 2015, ricorda cosa eravamo allora?».

Una forza antisistema e antieuropea. Non lo siete più?
«Il Movimento è ora su una linea moderata, atlantista, saldamente all’interno dell’Ue. Questa evoluzione si può completare con l’ingresso di Conte. L’ex premier, che ha rappresentato questi valori, metta la parola fine alle nostre ambiguità e ai nostri bizantinismi».

Di Maio populismo

E alla fine l’ex capo politico dei 5 Stelle sembra anche dire che le decisioni troppo condivise, magari proprio quelle di Rousseau, sono parte del passato:

 

Quali?
«Io rispetto tutto, ma l’assemblearismo estremo finisce solo per dare un’immagine di caos. Se si sta parlando di far entrare Conte, significa che a un anno da quando ne ho lasciato la guida il Movimento ha realizzato che senza una leadership forte non si va da nessuna parte».

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