No, i tumori non fanno crescere il pil. Sì, Di Battista è un irresponsabile

di Elio Truzzolillo

Pubblicato il 2019-02-13

Di Battista si aggiunge a quella pletora di raffinati economisti per i quali epidemie, Terremoti, inondazioni ed esplosioni atomiche sono una manna per la crescita. Chi glielo spiega ai tontoloni che i circa 20 miliardi di euro che lo stato spende ogni anno per i malati oncologici potrebbero essere usati in modo più proficuo per l’istruzione o la diminuzione del costo del lavoro?

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La volpe non riuscendo a raggiungere dei succosi acini di uva si convinse che non ne valeva la pena in quanto non erano ancora maturi. In altre parole chi non è in grado di ottenere qualcosa preferisce denigrare quel qualcosa. È questo il succo della celebre favola di Esopo “La volpe e l’uva”. Dal succo alla spremuta il passo è breve, così il massimo esperto di spremute di umanità (si veda il suo primo libro) Alessandro Di Battista, decide di fare come la volpe, ma lo fa in modo goffo e grottesco, a tratti persino disgustoso. Ci riferiamo all’intervista di ieri a “Di martedì” del nostro sub comandante preferito. Si parla delle previsioni molto negative sulla crescita italiana nel 2019 che sono state fatte da molte importanti istituzioni. Il Che Guevara de noiantri dà uno spettacolo di sé francamente raccapricciante. Vediamo le varie fasi che lo porteranno a emulare la volpe di Esopo.

1. Il tentativo di negare. Dibba ci prova e fa notare che spesso le previsioni sul PIL sono sbagliate. È un tentativo abbastanza ridicolo perché queste previsioni sono numerose e concordanti e, tra l’altro, potrebbero essere anche sbagliate per eccesso. Tuttavia in questa fase almeno si riconosce implicitamente che la mancanza di crescita non è una buona cosa (bisogna accontentarsi di poco con questi scappati di casa).

2. Il diversivo. Dibba si sente all’angolo e decide di distogliere l’attenzione sui numeri lanciando una proposta: “Vogliamo fare un discorso ben fatto sul prodotto interno lordo?”. Capito? Dibba propone ai presenti in studio di fare un discorso ben fatto sul PIL, un po’ come se Erode proponesse di parlare seriamente del rispetto dei diritti dei bambini. Certo, viviamo in tempi surreali, siamo abituati a ricevere indicazioni scientifiche dalla Taverna e lezioni di economia dalla Castelli, proviamo quindi a dargli fiducia e vediamo dove va a parare.

3. La supercazzola. Dibba comincia con il citare il solito rapporto di Oxfam sulle diseguaglianze mondiali, sottolineando (manco a dirlo) che certi dati sono stati tenuti nascosti (1!11!11). Parole al miele per i suoi fan che hanno un orgasmo ogni volta che si parla di verità celate. Fa niente se gli studi di Oxfam sulla disuguaglianza (su cui sorvolo per questioni di spazio) sono condivisi su Facebook circa un milione di volte al giorno e riempiono regolarmente le prime pagine di tutti i giornali, i suoi fan devono credere che ce li hanno tenuti nascosti. In ogni caso c’entra qualcosa questo dato con le previsioni negative per l’Italia? No, non c’entra nulla.

4. La preparazione. Dibba ci spiega che ragionare esclusivamente in base al PIL è un grande errore. Ci sentiamo tutti un po’ più sollevati; è vero che le previsioni sono pessime e che il governo da mesi inventa tassi di crescita irrealistici (ricordate il 3% del ministro Savona?), però se è un errore ragionare di crescita riferendosi solo al PIL siamo tutti più tranquilli.

5. La trasformazione in volpe. Ecco che arriva il colpo di scena, l’uva non è buona (cioè il PIL è un male). Dibba fa notare che: “Voglio dirla con le pinze queste cose. Qualora s’inventasse domani una medicina miracolosa per sconfiggere il cancro, il PIL diminuirebbe”.

Leggi sull’argomento: Di Battista si è ridotto a elemosinare applausi da Floris

Onestamente, anche a voler tenere bassi i toni, come si fa a non dare dell’imbecille a uno che dice queste cose? Dibba si aggiunge a quella pletora di raffinati economisti per i quali epidemie, Terremoti, inondazioni ed esplosioni atomiche sono una manna per la crescita. Economisti del calibro del prof. Berrino (per il quale se ci ammaliamo diminuisce lo spread) o di Travaglio (per il quale se crolla un ponte i macroeconomisti si sfregano le mani per gli effetti sul PIL). Ma possono essere dette certe cose senza che tutti gli addetti all’informazione insorgano? Sì, possono essere dette impunemente perché nel paese dove l’ignoranza scientifica è diffusa e quella economica regna addirittura sovrana, la maggioranza delle persone queste cose le crede. Ovviamente centinaia di migliaia di tontoloni faranno 2+2 e penseranno che la cura universale per i tumori esiste già, ma ce la tengono nascosta per non far diminuire il PIL.

Chi glielo spiega ai tontoloni che i circa 20 miliardi di euro che lo stato spende ogni anno per i malati oncologici potrebbero essere usati in modo più proficuo per l’istruzione o la diminuzione del costo del lavoro? Chi glielo spiega che i quasi 400.000 nuovi malati oncologici annuali (e loro parenti) potrebbero non perdere milioni di ore di lavoro ogni anno? Chi glielo spiega che questo aumenterebbe il PIL? Chi glielo spiega che, al contrario di quello che pensa Di Battista, un aumento sensibile dei casi di tumore nel 2019 non sarebbe una buona notizia per la crescita del paese? Non glielo spiega nessuno, perché persino lo “scaltro” conduttore Giovanni Floris non fa una piega davanti alle verità scioccanti di Dibba. Ed io mi ritrovo a trangugiare tonnellate di Maalox (farò salire il PIL?) e non so se lo faccio per quello che ha detto Di Battista o per quello che non ha detto Floris.

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