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Di Battista, dalla Russia, non ha preso benissimo la permanenza del M5S nel governo

neXtQuotidiano 07/07/2022

L’ex deputato pentastellato ha aspramente criticato la decisione del suo ex partito di confermare, per il momento, il sostegno a Draghi

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Dalla Russia con rancore. Alessandro Di Battista, partito alcune settimane fa alla volta dell’Est per realizzare alcuni reportage per “Il Fatto Quotidiano” e raccontare la guerra in Ucraina vista dagli occhi dei cittadini russi, non ha perso l’occasione di commentare quanto avvenuto ieri a Roma, con l’incontro a Palazzo Chigi tra il Presidente del Consiglio Mario Draghi e il numero uno del MoVimento 5 Stelle Giuseppe Conte. E per dare il suo punto di vista su quanto successo e discusso, l’ex deputato pentastellato viaggia ancora più ad Est, paragonandosi a un giapponese.

Di Battista contro Conte dopo l’incontro con Mario Draghi

Questa volta, a differenza delle precedenti, il pensiero social di Alessandro Di Battista è molto breve. Conciso ma intenso. In poche righe esprime tutta la sua delusione per la permanenza (almeno temporanea) del non più suo MoVimento 5 Stelle all’interno del governo. Non solo un sostegno a livello ministeriale, ma anche una garanzia (seppur non definitiva) di un supporto anche a livello parlamentare.

“E anche oggi il Movimento 5 Stelle esce dal governo domani. Esprime a Draghi il proprio disagio, come se uno dei peggiori Presidenti del Consiglio della storia fosse un prete nel confessionale. Chissà, magari il Movimento uscirà dal governo dopo l’estate, quando i parlamentari avranno maturato la pensione. Magari uscirà dopo la finanziaria, momento d’oro per chi è alla ricerca di denari da trasformare in markette elettorali. O forse non uscirà mai. Intanto anche i più irriducibili sostenitori del Movimento, gli ultimi giapponesi direi, si domandano come sia stato possibile ridurre la più grande forza politica del Paese nella succursale della pavidità e dell’autolesionismo”.

Di Battista, dunque, si aspettava tanto dalla giornata di ieri. Da quell’incontro tra Conte e Draghi che, secondo lui, si sarebbe dovuto concludere con la fine del sostegno pentastellato al governo guidato dall’ex numero uno della Banca Centrale Europea. Ma così non è stato. Almeno per il momento.

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