Politica
Di Battista chiede di pubblicare i voti dei delegati (come Casaleggio)
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2020-11-15
“Oggi mi viene chiesto a gran voce di entrare in un organo collegiale che non è stato ancora votato dagli iscritti. Perché? Perché forse le nostre idee non sono così minoritarie come qualcuno vorrebbe far credere. E allora si pubblichino i voti che ciascuno dei 30 delegati nazionali ha ottenuto”. Cosa vuole fare Di Battista?
“Oggi mi viene chiesto a gran voce di entrare in un organo collegiale che non è stato ancora votato dagli iscritti. Perché? Perché forse le nostre idee non sono così minoritarie come qualcuno vorrebbe far credere. E allora si pubblichino i voti che ciascuno dei 30 delegati nazionali ha ottenuto. Perché è giusto conoscere il peso specifico delle idee di coloro che sono stati scelti e per smetterla una volta per tutte di definire ‘dissidenti’ coloro che, su molti aspetti, hanno il solo torto di non aver cambiato opinione”. Lo scrive su facebook Alessandro Di Battista (M5s). Negli ultimi mesi, aggiunge, “per le mie posizioni – evidentemente dissimili da quelle assunte da parte del ‘gruppo dirigente’ – sono stato definito eretico, dissidente. Hanno scritto che le mie idee erano minoritarie, che mi trovavo all’angolo, non considerato. Leggo di fantomatici piani per isolarmi (tra l’altro mai smentiti) perche’ rappresenterei una minaccia”. “Ho solo chiesto- continua Di Battista- il rispetto assoluto per quel 33% conquistato con l’impegno ed il sudore di migliaia di attivisti (anche del mio che feci campagna elettorale da non candidato) e un atteggiamento intransigente nei confronti dei soliti boiardi di Stato che sembrano intoccabili. Risultato? E’ stato detto, scritto e lasciato trapelare che fossi contro Conte, nostalgico di Salvini (proprio io che lo attaccavo – quasi in solitudine – quando era potente e prima che si dimostrasse un politico dozzinale qual e’) e che volessi minare il governo. Tutto questo solo perche’ cercavo di rafforzare il Movimento difendendo i successi e ammettendo gli errori”. “Non sono stato considerato- dice ancora- quando (prima privatamente e poi pubblicamente) mi scagliai contro le nomine nelle grandi aziende di Stato di personaggi imputati per reati gravissimi. Mi venne solo garantito che in caso di condanna sarebbero stati rimossi. Ebbene Profumo sta ancora li'”. La stessa richiesta è stata fatta ieri da Davide Casaleggio: “Penso sia doveroso pubblicare i voti sia dei delegati del sabato sia dei relatori della domenica prima dell’evento, come anche i verbali delle riunioni provinciali e regionali, nella versione originale, che riportino i risultati degli incontri ufficiali nei quali tutti hanno potuto partecipare e che oggi non sono pubblici”, scrive su Fb il numero uno della piattaforma Rousseau, bersaglio annunciato degli Stati Generali. “Leggo che c’è una richiesta sulla necessità di rendere trasparenti i voti ottenuti da chi partecipa al dibattito. Io credo che i nostri iscritti più che di sapere dei voti abbiano bisogno di risposte su come il loro contributo verrà organizzato”, è la risposta che arriva a stretto di giro di Crimi. Che, non a caso, ricorda con un pizzico di malizia a Casaleggio: “che i voti fossero congelati fino alla fine di un processo è già accaduto”. Con Casaleggio si schierano subito Barbara Lezzi e Ignazio Corrao, punti di riferimento di una corrente che, a sentire i dissidenti, conta numerosi attivisti. Ma se scissione sarà, in Parlamento le defezioni si conterebbero sulle dita di due mani e, forse, il governo sarebbe ugualmente salvo