Fatti
La denuncia a vuoto fatta un anno fa a Silvana Erzembergher, la 71enne che ha sparato ai vicini a Treviglio
neXtQuotidiano 29/04/2022
Silvana Erzembergher, la donna di 71 anni che ieri ha ucciso il suo vicino di casa e ferito sua moglie, avrebbe potuto vedersi ritirare il porto d’armi in seguito a una denuncia per una presunta aggressione di un anno fa
Un difetto di notifica in una denuncia sporta a maggio avrebbe consentito a Silvana Erzembergher, 71 anni, ambulante in pensione, di continuare a tenere con sé il revolver calibro 38 con il quale ieri mattina ha sparato verso il vicino di casa Luigi Casati, uccidendolo, e verso sua moglie Monica Leoni, ora ricoverata. Secondo quanto riporta Fanpage, circa un anno fa – in seguito all’ennesimo litigio tra la donna e la coppia – Erzembergher aveva colpito Leoni con un bastone. Circostanza che aveva portato la vittima a denunciare la 71enne, ma un errore nella trascrizione del nome ne avrebbe reso impossibile il riconoscimento. Non era stata identificata compiutamente dalla pattuglia, cosa che se fosse accaduta sarebbe stata seguita da una segnalazione alla Questura, ente competente per il rilascio del porto d’armi, che probabilmente a quel punto le sarebbe stato ritirato. Non è stato così, e quindi la donna ha continuato a detenere la sua pistola “per uso sportivo”. I termini del rinnovo erano in scadenza – riporta il Corriere della Sera – ma con la sospensione causa lockdown erano stati prorogati. Ha così potuto porre fine a quella che lei stessa percepiva come una persecuzione.
La denuncia a vuoto fatta un anno fa a Silvana Erzembergher, la 71enne che ha sparato ai vicini a Treviglio
“Non ce la facevo più”, ha detto dopo aver sparato a Casati e Leoni, prima di rientrare nel suo appartamento ed attendere l’arrivo delle forze dell’ordine, allertate dai vicini. Quando le hanno bussato alla porta per arrestarla, la donna si è consegnata senza opporre resistenza agli uomini del Nucleo operativo della compagnia di Treviglio. Avrebbe continuato a ripetere che era esasperata, che non ce la faceva più, che da quattro anni non chiudeva occhio. “Ce l’aveva con loro e lo diceva a tutti, non si sa bene perché. Non litigavano, era solo lei che si inventava le cose, loro non le davano fastidio – ha detto al quotidiano locale L’Eco di Bergamo una vicina -. Diceva che sentiva dei rumori di notte, aveva suonato il campanello anche a me. E diceva a tutti che aveva una pistola in casa”. Nelle prossime ore il pm Guido Schininà potrebbe contestarle l’aggravante dei futili motivi e della premeditazione.