Olesya Rostova non è Denise Pipitone. Finisce così il reality a cui Piera Maggio ha dovuto prestarsi

di Giorgio Saracino

Pubblicato il 2021-04-07

La conferma è stata data dall’avvocato della famiglia Giacomo Frazzitta, che ha partecipato alle registrazioni della puntata che andrà in onda in Russia stasera alle 19

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Olesya Rostova non è Denise Pipitone. Inutile dirlo: tutti ci avevamo sperato, ma non tutti ci avevano creduto. La persona che più di tutte aveva visto una piccolissima luce di speranza era stata proprio la mamma della piccola scomparsa in Sicilia nel 2004, fuori dalla casa della nonna a Mazara del Vallo. Non è la prima volta che una somiglianza o che una segnalazione fanno sperare la famiglia Pipitone, ma certo è che si tratta della primissima (e, si spera, anche l’ultima), in cui il dolore e la tragedia vengono strumentalizzati per attirare spettatori in tivù, sul primo canale della tivù russa. Il programma si chiama”Let them talk” (Lasciali parlare), il conduttore Dimitry Borisov. Giovane, ma promettente per quel tipo di spettacolo. Quello che riesce a mischiare la realtà con il reality, e tiene incollato allo schermo centinaia di migliaia di persone. Un Truman Show dei più pericolosi. Tanto che la famiglia l’ha sempre detto: “Rimaniamo con i piedi per terra”. E l’avvocato Giacomo Frazzitta anche: lui che non voleva cedere ai ricatti della tv russa di esser lì presente per aver i risultati del test del sangue, ma che poi ha detto di sì. L’ha fatto – ha riferito a Fanpage dando l’ufficialità del fatto che Olesya non sia Denise – per evitare di far sfociare il tutto in una rogatoria internazionale, per porre fine a questa storia e dare una risposta a Piera Maggio. Quindi lui e tutta a famiglia Pipitone si son dovuti prestare allo show, che sembra riduttivo definire spregiudicato. E che manderà tutto in onda stasera alle 19.

Denise Pipitone
Foto IPP/Giovanni Pappalardo
Marsala 27/06/2013
Sentenza processo DENISE PIPITONE
Nella foto Piera Maggio, madre di Denise durante la conferenza stampa
Italy Photo Press – World Copyright

La storia di Olesya Rostova e perché sia accostata a Denise Pipitone

Tutto è iniziato da una segnalazione. Una chiamata dalla Russia alla redazione di “Chi l’ha visto?”. Una donna della stessa età di Denise Pipitone, che dice di essere stata rapita nello stesso anno della piccola figlia di Piera, che ora è (era, ha trovato la sorella) alla ricerca della sua famiglia di sangue. E che, secondo alcuni, presentava molti tratti somatici in comune proprio con Piera Maggio: la fronte, gli occhi, il viso tutto. Ma questa donna si era rivolta alla trasmissione russa “Let them talk”. E quindi loro hanno dettato le regole. Hanno deciso in che modo rendere l’affaire più interessante, più “spettacolare”. Hanno pensato di tagliarlo in varie puntate, perché – c’è da dirlo – la famiglia Pipitone non è la prima né l’unica che ha chiesto di poter effettuare il test del Dna. Tanto che il conduttore si è lanciato in spot e lanci come questo: “La nostra Olesya Rostova è la ragazza scomparsa in Sicilia Denise Pipitone? Come si chiamava alla nascita la bambina che da tanti anni cerca papà e mamma? Angela? Lidia? Denise? .. Da diversi giorni, ormai, nelle tv italiane vengono trasmessi frammenti di “Let Them Talk”. E madri con storie simili vengono da noi da diverse città della Russia e dell’Ucraina. Chi è la madre della nostra Olesya?”.

Lo abbiamo detto: alla fine l’avvocato della famiglia Pipitone è andato in trasmissione. È stato lì presente mentre dicevano che la ragazza non fosse Denise. Ma – riferisce Fanpage – non è rimasto lì a guardare, e qualche sassolino dalla scarpa se lo è levato. Perché il dubbio (quasi certezza) che non fosse lei ormai lo avevano avuto in molti (anche lui certamente), e quindi due parole da spendere magari le aveva già pensate. Le stesse, sicuramente, che vorrebbe pronunciare in questo momento chi da anni segue questa drammatica storia. Perché ora Piera Maggio sarà piombata nuovamente nel vuoto, con un’aggravante che rende il tutto (se possibile) ancor più doloroso: sa che il suo dolore è stato carne da macello per qualche produttore spregiudicato.

 

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