DEF: la pantegana partorita dall’elefante Lega-M5S

di Michele Boldrin

Pubblicato il 2018-09-28

La pantegana partorita ieri dall’elefante rosso-brunato – che ci ha intrattenuto per qualche settimana con la sceneggiata di Tria che faceva la diga alle richieste sacrosante ma esose dei tribuni della ggente – non è nulla di diverso da quello che dovevamo aspettarci. O, per lo meno, da quello che io mi aspettavo: come i …

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La pantegana partorita ieri dall’elefante rosso-brunato – che ci ha intrattenuto per qualche settimana con la sceneggiata di Tria che faceva la diga alle richieste sacrosante ma esose dei tribuni della ggente – non è nulla di diverso da quello che dovevamo aspettarci. O, per lo meno, da quello che io mi aspettavo: come i fatti confermano, il signor Professor Giovanni Tria svolge molto bene il ruolo di contabile della banda.

Allora, in teoria dovrei fare un’analisi tecnica della bozza di legge finanziaria perché sono un economista. Ma temo di deludervi: l’analisi tecnica, con i numeri e le percentuali la lascio ad altri. In parte perché non ho tempo per leggermi i dettagli dei numeri – è tardino qui a St Louis ed ogni tanto dormo anche io – ma soprattutto perché, avendo letto nel pomeriggio quel che la Nota aggiuntiva contiene ed avendo già fatto abbondanti previsioni, confermate, su quel che doveva contenere, preferisco dedicarmi ad un’analisi d’insieme del provvedimento economico più importante dell’anno.

luigi di maio matteo salvini
Vignetta di El Giva

La mia tesi è tutta politica ma breve quindi, prima di venire ad essa, due osservazioni importanti. La prima ha a che fare con i contenuti dei messaggi che l’opposizione ufficiale a questo governo ha lanciato in questi giorni e confermato nelle ore successive alla pubblicazione della nota. La seconda – per la quale mi devo scusare, visto che non farò altro che ripetere argomenti sviluppati in lungo ed in largo da venticinque anni a questa parte – ha a che fare con l’impatto strettamente economico dei provvedimenti delineati nella legge finanziaria.

Parto dalla seconda. La spesa pubblica in Italia viaggia al di sopra degli 830 miliardi annui. Quello che questa legge finanziaria – in questo essa si allinea a tutte le precedenti – tocca o modifica sono circa 30-35 miliardi. Di fatto, praticamente, li aggiunge il che vuol dire che l’anno prossimo lo stato italiano muoverà direttamente (ne muove un’altra bella fetta indirettamente attraverso CDP ed altre imprese pubbliche anche se di diritto privato, dai comuni sino allo stato centrale) circa 870 miliardi di euro. Questo dovrebbe dare una misura del livello di statalismo raggiunto nel paese, dell’enorme potere che la politica (e quindi i politici direttamente) esercitano sulla vita degli italiani e del perché oggi in Italia ogni persona che non riesca ad eccellere nella sua professione cerchi i soldi nella politica. Mettendo assieme il parlamento nazionale con i consigli regionali e quelli delle maggiori città raggiungiamo un totale (a farla grande) di 3000 persone. Ognuno di costoro controlla, in media, una cifra vicina ai 300 milioni di euro. Ecco, pensateci: quell’ignorante avventuriero che avete eletto il 4 marzo e di cui ridevate a scuola controlla, in una maniera o nell’altra, una quantità di risorse economiche pari al fatturato di una media impresa industriale. Pensateci.

bacio salvini di maio

Una volta che avete pensato al fatto precedente, pensate anche al seguente: la finanziaria del cambiamento riesce a muovere al meglio un 4% della spesa pubblica totale e l’unica maniera in cui lo fa è aumentandola perché è perfettamente incapace di ridurre qualsiasi spesa improduttiva o parassitaria! Questo alla faccia degli infiniti proclami che, da un decennio almeno, i leader dei due partiti di governo urlano ogni dove: erano e sono tutte balle. Non sono in grado di tagliare nulla perché loro, come i loro predecessori, vivono dei voti di coloro che della spesa pubblica parassitaria ed inutile vivono. La quale spesa, per loro stessa ammissione, non crea crescita ma la distrugge generando invece ingiustizia sociale. Ma, alla faccia delle chiacchiere e dei proclami, i tribuni rosso-brunati non sono in grado di tagliare nulla, sono solo in grado di spendere a debito le tasse dei pochi che ancora producono nuova ricchezza per il paese.

Seconda osservazione. L’opposizione urla dalle finestre che il debito aumenta, che non ci sono le coperture e che, ridicolo, le spese clientelari del governo rossobrunati sono inferiori a quelle che avevano promesso! Che fa la stolta opposizione del PD con queste grida? Conferma che la spesa pubblica deve essere assistenziale e parassitaria, deve consistere di sgravi fiscali (o, peggio, condoni) a questo o quell’altro gruppo sociale che appoggi il governo di turno e che anche loro, o stolti, credono questo sia il compito dei governi e che da questa spesa inutile ed a spreco possa venire crescita! Che infatti non viene, non è venuta e non verrá mai. Ma, d’altra parte, che aspettarsi dal partito degli 80 euro che da decenni (lo so, prima aveva altri nomi) altro non fa che predicare crescita a mezzo di spesa pubblica, pensioni, sussidi ed assistenza? Chi semina vento raccoglie tempesta. Pensateci.

salvini di maio totò peppino
Vignetta di Emiliano Carli su Facebook

Ed infine la tesi politica, che è semplice assai. Questa finanziaria (e l’annuncio che intendono continuare su questa strada per il futuro) altro non è che una finanziaria elettorale. Serve a costruire la campagna elettorale per le elezioni europee dell’anno prossimo dalle quali i rosso-brunati si attendono la “spallata”. Serve per aprire un contenzioso con Bruxelles (che dirà” ma come, l’Italia si era impegnata di scendere allo 0,6% ed ora siete al 2,4 % ed intendete tenerlo per gli anni a venire”), per urlare che la cattiva Europa non ci vuol far sovranamente crescere a botte di sussidi clientelari ed evasione fiscale legalizzata e per chiedere agli italiani il voto contro questa Europa cattiva nel nome del nazionalismo straccione. A questo serve la finanziaria, a comprare voti da chi riceve prebende e generarne altri da chi le prebende non le ha ancora ricevute ma le aspetta. Altro che crescita economica e lotta alle ingiustizie. Compra di voti, niente altro. Pensateci.

Leggi sull’argomento: Manovra del Popolo: cosa succede con il deficit al 2,4%

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