Economia
Decreto Genova, così lo Stato anticipa per Autostrade
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2018-09-28
Una specie di “assicurazione di Stato” contro i possibili ricorsi: 30 milioni subito dal governo se Autostrade non paga
Il Messaggero illustra oggi il Decreto Genova, che si compone di 47 articoli con le disposizioni urgenti, oltre che per Genova, anche per le infrastrutture, gli eventi sismici del 2016 e 2017, il lavoro (è reintrodotta la Cigs per cessazione di attività per un massimo di 12 mesi per gli anni 2019-20) e altre emergenze. Negli 11 articoli di interventi urgenti è confermato l’arrivo di un commissario straordinario per la ricostruzione con ampi poteri (opera in deroga ad ogni disposizione di legge extrapenale), in carica 12 mesi (rinnovabili per non oltre un triennio), che verrà nominato con decreto del presidente del consiglio dei ministri entro 10 giorni dall’entrata in vigore del decreto. C’è anche una specie di “assicurazione di Stato” contro i possibili ricorsi:
Nel dettaglio la copertura – inserita in maniera puntuale come chiesto dalla Ragioneria e non presente nelle precedenti versioni del decreto – prevede 283,5 milioni nei primi cinque anni (2018-2022) e altri 210 milioni nel periodo dal 2023 al 2029. Come detto,la spesa per la demolizione e la ricostruzione, stimata in 360 milioni, è solo indicativa perché tutto dipenderà dagli interventi e dalla scelta del progetto da parte del commissario straordinario.
In attesa di dati certi lo Stato ha previsto di impegnare 30 milioni all’anno, dal 2018 al 2029. Ma qualora Autostrade dovesse pagare la ricostruzione, come previsto sempre dal decreto, questi soldi torneranno nelle casse pubbliche. Un punto su cui a Palazzo Chigi si fanno poche illusioni. Anzi si teme l’arrivo di una valanga di ricorsi. Un battaglia legale sia in Italia che in sede europea, visto che il testo esclude tutte le concessionarie, Autostrade in primis, dal
partecipare alla gara per i lavori. Un concetto in netto contrasto con le direttive Ue e la stessa convenzione.
Le società che saranno chiamate a ricostruire il ponte non dovranno avere infatti «alcuna partecipazione diretta o indiretta in società concessionarie di strade a pedaggio, o siano da quest’ultime controllate o ad esse collegate». A questo punto viene inserita un’aggiunta: «anche al fine di evitare un indebito vantaggio competitivo nel sistema delle concessioni autostradali.