Debora Serracchiani e l'invenzione dell'aggravante etnica di reato

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-05-12

Per la Presidente Dem della Regione Friuli-Venezia Giulia un reato è “moralmente più inaccettabile” se è commesso da uno straniero. Il razzismo di una politica di sinistra invece è sia socialmente che moralmente inaccettabile.

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La Presidente del Friuli-Venezia Giulia Debora Serracchiani sul suo sito si presenta come “semplicemente democratica”. Debora Serracchiani è anche avvocato quindi dovrebbe sapere che il Codice Penale italiano non prevede l’aggravante etnica per i reati commessi dagli stranieri nel nostro Paese. Stando a quello che ha dichiarato due giorni fa in merito allo stupro avvenuto martedì a Trieste sembra proprio di no.

Il Codice Penale secondo Debora Serrachiani

In un comunicato pubblicato sul sito della Regione la Serracchiani ha commentato lo stupro ai danni di una ragazza a Trieste dicendo che un reato già di per sé odioso è reso ancora più moralmente inaccettabile dal fatto che è stato commesso da una persona “ospite” del nostro Paese.

La violenza sessuale è un atto odioso e schifoso sempre, ma risulta socialmente e moralmente ancor più inaccettabile quando è compiuto da chi chiede e ottiene accoglienza nel nostro Paese.

La Serracchiani proseguiva rincarando la dose e spiegando che di essere convinta «che l’obbligo dell’accoglienza umanitaria non possa essere disgiunto da un altrettanto obbligatorio senso di giustizia, da esercitare contro chi rompe un patto di accoglienza». Si potrebbe ribattere che un italiano che commette uno stupro allora viola un patto ancora più importante, quello che lo rende cittadino. Ma è un gioco stupido che fanno solo le persone con una visione politica molto miope.
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Varrebbe la pena di spiegare a Serracchiani che l’obbligatorio senso di giustizia si esercita nei confronti di chiunque commetta un reato. Lo stupro è un reato atroce sia che a commetterlo sia un italiano, un turista, un immigrato o un richiedente asilo. Per la Presidente del Friuli-Venezia Giulia una volta scontata la pena il colpevole deve essere espulso dal nostro Paese e “se c’è un problema di legislazione carente in merito bisogna rimediare”. Dal momento che Govand Mekail, iracheno di 26 anni, è un richiedente asilo e che il reato è stato commesso nei confronti di una minorenne il Testo Unico sull’Immigrazione prevede già che in base all’articolo 2 della legge 3 agosto 1988, n. 327 quella persona possa essere espulsa dal nostro paese.

Quando il PD insegue la Lega Nord e i populismi

Ma non è questo il punto. Perché quello che Serracchiani dice e twitta è che per lo stupro e la violenza sessuale esiste un’aggravante etnica che lo rende moralmente più inaccettabile. In realtà lo stupro e la violenza sessuale sono già di per sé moralmente inaccettabili. Quello che fa Serracchiani invece mette in gioco un’altra questione: il razzismo. E dal momento che come per lo stupro non esistono sfumature di razzismo anche il razzismo è socialmente e moralmente inaccettabile. La Presidente del FVG sembra rincorrere Salvini sul suo stesso terreno. Un conto è chiedere più sicurezza per i cittadini e pene certe per i colpevoli. Un’altra è dare fiato alle trombe di chi dice che “le risorse” non solo ci costano ma sono anche degli ingrati.
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Al di là delle numerose critiche che sono piovute addosso alla Serracchiani c’è una cosa che va fatta notare. Non è la prima volta che il Partito Democratico sceglie di inseguire populisti e razzisti sul suo stesso terreno usando le loro stesse argomentazioni. Si va dall’antieuropeismo strisciante di Renzi alla inutile e ridicola legge sulla legittima difesa “di notte”.
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Allo stesso modo quella della Presidente del Friuli è una dichiarazione politica. Il PD che da qualche giorno dichiara di ispirarsi a Emmanuel Macron sembra non aver capito la lezione: le destre, i razzisti e i populisti si battono proponendo un’alternativa non cercando di sdoganare “a sinistra” concetti propri di un’altra parte politica. Perché a quel punto gli elettori preferiscono votare l’originale, quelli che propongono misure ancora più drastiche come ad esempio la castrazione, se la violenza è commessa da uno straniero e la derubricano a “palpatina” se è fatta da un italiano.

EDIT: Debora Serracchiani conferma di essere razzista

La Serracchiani torna sulla vicenda della violenza sessuale ai danni della minorenne di Trieste da parte del richiedente asilo per spiegare che non è razzista. Lo fa con un post su Facebook dove ribadisce che i veri razzisti sono altri e che i richiedenti asilo richiedono “un atto di fiducia” per essere accolti. Questo non è vero perché un richiedente asilo è solo temporaneamente accolto e il procedimento di concessione dello status di rifugiato è un rigoroso procedimento giuridico che non coinvolge “atti di fiducia” da parte dei tribunali. In un crescendo di affermazioni senza logica per Serracchiani la violenza compiuta da un richiedente asilo è come quella commessa da un familiare.
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Ma la parte migliore è questa:

I razzisti pensano che una violenza fatta da uno straniero sia peggiore di quella fatta da un italiano, per me la violenza è sempre e comunque da condannare, senza colore e senza graduatorie.

Due giorni fa la Serracchiani diceva questo:

La violenza sessuale è un atto odioso e schifoso sempre, ma risulta socialmente e moralmente ancor più inaccettabile quando è compiuto da chi chiede e ottiene accoglienza nel nostro Paese.

Quindi la Serracchiani di oggi ha detto che la Serracchiani di ieri era una razzista.

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