“La diga crollò…”: la clamorosa doppia gaffe di Debora Serracchiani sul disastro del Vajont, poi le scuse

di Asia Buconi

Pubblicato il 2022-10-10

La dem Debora Serracchiani si è resa protagonista di uno scivolone piuttosto plateale sul disastro del Vajont, la tragedia che si consumò il 9 ottobre 1963 nel neo-bacino idroelettrico artificiale

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Debora Serracchiani l’ha sparata grossa. La vicepresidente del Partito Democratico e capogruppo uscente alla Camera dei Deputati si è resa protagonista di uno scivolone piuttosto plateale sul disastro del Vajont, la tragedia che si consumò il 9 ottobre 1963 nel neo-bacino idroelettrico artificiale dell’omonimo torrente. Allora una gigantesca frana si staccò dal Monte Toc, tra il Friuli Venezia Giulia e il Veneto, provocando due onde che superarono la diga cancellando in un attimo Longarone (in provincia di Belluno) e alcune frazioni dei paesi vicini.

Ieri Serracchiani, nel ricordare il disastro, ha dedicato alle vittime un pensiero attraverso un tweet: “Non dimentichiamo le vittime e la catastrofe di 59 anni fa con il crollo della diga del Vajont, una tragedia in cui persero la vita oltre 2000 persone. Una ferita per il FVG e per l’Italia intera”. Parole, queste, finite al centro delle polemiche a causa della clamorosa doppia gaffe della dem, resa ancora più grave dal fatto che Serracchiani sia stata governatrice del Friuli Venezia Giulia dal 2013 al 2018.

La doppia gaffe di Debora Serracchiani sul disastro del Vajont, la rabbia degli utenti social e le scuse

Il primo scivolone di Serracchiani è quello che fa riferimento al “crollo della diga”. Nessuna diga crollò, anzi: paradossalmente la diga è lì ancora oggi, intatta. A cedere e a scatenare il disastro del Vajont, semmai, fu la montagna, che piombò sul bacino idroelettrico provocando le tragiche inondazioni. Non solo: la neo eletta dem ha parlato di “una ferita per il FVG”, ma in realtà a pagare il prezzo più alto in termini di vite umane fu Longarone (dove morirono 1450 persone), che si trova in Veneto, non in Friuli.

Agli attenti utenti di Twitter non è sfuggita la “doppia gaffe”, che è stata subito oggetto di commenti piuttosto ironici: “Qualcuno spieghi a Serracchiani che la diga del Vajont non è mai crollata, magari aiutandosi con un plastico rubato a Porta a Porta” e ancora “questa uscita della Serracchiani sul crollo della diga è la perfetta rappresentazione della classe dirigente dell’Italia in tutta la sua approssimazione”, fino a “la diga è ancora in piedi e Longarone è in Veneto, vergognati”.

Commenti, questi, che avevano convinto la dem Serracchiani a cancellare quel tweet e a pubblicarne un altro di scuse: “Chiedo scusa. Molti di voi hanno segnalato errori nel mio tweet sulla catastrofe del Vajont – ha scritto Serracchiani – Sono stata su quei luoghi, e la verità verso i fatti avvenuti impone di ricordare che la diga non crollò. Gravi furono le responsabilità umane. Giusto ricordare le tante vittime venete”. Ma, a molti, anche questo passo indietro non ha convinto. “Scusarsi in un altro tweet e dire che in quei posti ci sei stata è pure peggio”, ha commentato severo un utente su Twitter.  Ma, anche se tardi, perlomeno la correzione c’è stata.

 

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