Il ddl Zan è stato finalmente calendarizzato in Commissione Giustizia al Senato

di Enzo Boldi

Pubblicato il 2021-04-28

Il centrodestra compatto ha votato contro, ma era in minoranza

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Tredici voti a favore e 11 contro. Questi i numeri con cui la Commissione Giustizia di Palazzo Madama ha approvato la calendarizzazione della discussione sulla legge contro l’omotransfobia e la misoginia. Un passo avanti dopo l’ostruzionismo della Lega (e di Fratelli d’Italia, che però è all’opposizione) che può dare una forte svolta per l’approvazione di questo provvedimento che lo scorso mese di novembre ha superato – in prima lettura – l’esame della Camera dei deputati. Ora, con il ddl Zan calendarizzato si può procedere con l’approvazione al Senato, anche se per il momento non è stata indicata una data.

A sostenere la calendarizzazione (da settimane) sono stati i rappresentanti di Pd, LeU e Movimento 5 Stelle in Commissione. Anche Italia Viva ha dato il suo voto favorevole, nonostante qualche polemica emersa nel corso della settimana precedente. Il presidente della Commissione Giustizia, il leghista Ostellari, ha parlato di maggioranza spaccata sul voto. Quindi la Lega e Forza Italia hanno votato insieme a FdI contro.

Ddl Zan calendarizzato in Commissione Giustizia al Senato

“La legge contro omotransfobia, misoginia e abilismo è stata calendarizzata in Commissione Giustizia al #Senato. Finalmente ora può iniziare la discussione anche in questo ramo del Parlamento, per l’approvazione definitiva”, ha scritto Alessandro Zan su Twitter. Decisivo il ruolo di Italia Viva per ottenere la maggioranza in Commissione: “Sono soddisfatto che il mio voto, quello di Italia Viva, sia stato quello decisivo affinché si calendarizzasse il Ddl Zan. Una legge contro l’omotransfobia serve al Paese. Ora dialoghiamo affinché sia approvata al più presto”, ha affermato Giuseppe Luigi Cucca, vicepresidente di Italia viva in Senato.

“Nonostante il centrodestra si sia ricompattato per ragioni di loro opportunità politica, al di là delle posizioni delle posizioni espresse diverse in queste settimane, siamo riusciti a fare un primo passo avanti verso l’approvazione del ddl Zan – ha dichiarato il senatore del Pd Franco Mirabelli, capogruppo dem nella commissione Giustizia -. Siamo soddisfatti anche di aver impedito che venisse calendarizzata la proposta propagandistica di FI e del centrodestra sull’istituzione di una commissione di inchiesta sull’operato della magistratura”.

Cosa accade ora

La prossima settimana – anche se non è stata ancora definita (ma sarà fatto a breve) la data esatta – sarà il leghista Andrea Ostellari a presentare la relazione che, poi, darà il via alla discussione del testo già approvato in prima lettura a Montecitorio e inviato a Palazzo Madama. Un passaggio necessario, così come il ruolo del senatore del Carroccio che ha deciso (come nelle sue facoltà) di trattenere la delega di questa funzione. Insomma, a introdurre la discussione sarà un rappresentante di un partito contrario alla legge contro l’omotransfobia. La maggioranza, comunque, ha margine per procedere velocemente verso l’approvazione, prima di inviare il testo in Aula per il voto definitivo. Un corsa a ostacoli, ma con i numeri per superarli.

Il ruolo del leghista Ostellari

A dirigere le operazioni, come detto, sarà il leghista Ostellari, presidente della Commissione Giustizia a Palazzo Madama, che già nei giorni scorsi si è reso protagonista di alcune dichiarazioni abbastanza fuori luogo. E, non a caso, il ddl Zan calendarizzato non è garanzia di una discussione e una rapida approvazione. Lo stesso senatore del Carroccio, infatti, ha detto: “Il voto sul calendario dei lavori ha certificato che, in commissione Giustizia, la maggioranza è spaccata. Al successivo incardinamento del disegno di legge Zan, seguiranno le audizioni e il dibattito sulle proposte emendative. Il regolamento prevede che il relatore di ciascun disegno di legge sia il presidente della commissione, che ha la facoltà di delegare questa funzione ad altri commissari. Poiché sono stato confermato presidente, grazie al voto della maggioranza dei componenti della Commissione, per garantire chi è favorevole al ddl e chi non lo è, tratterrò questa delega”.

Il tutto mentre Simone Pillon – che fa parte della maggioranza che sostiene il governo – si nel più classico g.a.c. esultando su Facebook perché la maggioranza si è spaccata.

La maggioranza è divisa perché la Lega e FI hanno votato contro. I partiti che componevano il “vecchio” governo giallorosso, invece, hanno votato compatti.

 

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