Economia

Daniele Franco: un Ragioniere contro Renzi

neXtQuotidiano 23/10/2014

La bollinatura non era una formalità. Il Corriere spiega perché

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Mario Sensini sul Corriere della Sera di oggi ci spiega perché la bollinatura della Ragioneria dello Stato ha tardato così tanto e come mai il tutto non era una formalità, come anche ieri sera Debora Serracchiani ha tentato di far credere a 8 e 1/2. L’ok della Ragioneria dello Stato è arrivato a sette giorni esatti da quando Pier Carlo Padoan, la mattina dopo l’approvazione della manovra in Consiglio dei Ministri, aveva detto che era «questione di ore». La settimana è servita a combattere con la calcolatrice di Daniele Franco, il capo della Ragioneria: in certi casi le stime del costo di alcune misure erano sbagliati, in altri erano incerte le coperture, e quindi c’erano forti dubbi sulla reale efficacia dei provvedimenti con i quali si accatastano le risorse finanziarie per le scelte di politica economica dei governi. Racconta il Corriere:

Ieri mattina si sono visti al Tesoro il ministro Padoan, il vice ministro Enrico Morando,tutti i sottosegretari, i tecnici del Gabinetto del ministro, e il Ragioniere generale, Daniele Franco, per un’ultima verifica sui numeri. Nell’occasione Franco non ha fatto rimostranze, ma tutti i presenti hanno avvertito il disagio di chi si è trovato davanti all’ultimo minuto— dopo che la manovra era lievitata da 18, a 23, e poi a 35 miliardi nel giro di 24 ore, proprio mentre il ministro Padoan era impegnato in Lussemburgo — dei numeri anche bizzarri. Come quelli sui costi del bonusbebè di 80 euro alle neomamme, valido per tre anni,saltato fuori dalla manovra domenica, tre giorni dopo il via libera,con l’annuncio di Matteo Renzi a Canale 5.

Dove, a quanto pare, Palazzo Chigi è stato protagonista di una clamorosa svista:

A Palazzo Chigi hanno stimato un costo, e provveduto a trovare le relative coperture, per 500 milioni l’anno nel prossimo triennio. Peccato che il bonus, per come èscritta la norma, costi 500 milioni nel 2016, un miliardo nel 2016, uno e mezzo l’anno dopo, poi ancora uno nel 2018 e 500 milioni nel 2018.A conti fatti sono tre miliardi di differenza, mica pochi. E così,a posteriori, è scattato il tetto,fissato a 90 mila euro di redditolordo annuo familiare.Problemi analoghi ci sarebbero anche sulla decontribuzione per i nuovi assunti a tempo indeterminato .Lo stanziamento appare esiguo, si dice, rispetto a quanto potrebbe costare effettivamentelo sgravio deicontributi. Altre perplessità cisarebbero sulle coperture legateal recupero dell’evasione,tanto che fino a ieri non siescludeva di sostituirle con unpiù classico e affidabile aumentodelle accise.

Dell’erroraccio nei conti della serva parlammo noi qui. Più in generale, non è tanto strano che un ragioniere sia contro Renzi: l’annuncite è una malattia pericolosa per un governo che non ha ancora deciso cosa vuole fare da grande in Europa.

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