Dalla lotta alla casta al regalo a Formigoni: tutte le giravolte di Salvini sui vitalizi

di Lorenzo Tosa

Pubblicato il 2021-04-15

Per anni si è travestito da campione della lotta alla casta e ai privilegi. Ma, al momento del dunque, i senatori della Lega hanno votato per restituire il vitalizio al condannato Formigoni, dimostrando che nessun partito è più “casta” della Lega

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A parole campione dell’anticasta e della guerra ai privilegi, nei fatti i suoi senatori, nel silenzio di una commissione, votano per restituire il vitalizio a Roberto Formigoni, anche se condannato. Di chi stiamo parlando? Ovviamente di Matteo Salvini, che negli ultimi anni ha fatto della lotta ai vitalizi un suo cavallo di battaglia, un perno della sua propaganda demagogica e populista. Non si contano più le dichiarazioni che il leader della Lega ha rilasciato negli anni contro quello che lui stesso definiva “uno scandalo” e “una vergogna”.

A cominciare dall’11 luglio del 2018, siamo agli esordi dell’esecutivo gialloverde. Accanto, in quel momento, nell’alleanza di governo, si ritrova un partito, il Movimento 5 Stelle, che ha costruito la sua identità su questi temi e lui, consigliato da Morisi, non vuole essere da meno. E allora eccolo spendersi in molteplici interviste e comparsate travestendosi da cittadino all’interno dei palazzi pronto a difendere i diritti degli ultimi e dei deboli dalla protervia e l’avidità della “kasta”.

“Il taglio di privilegi e vitalizi del passato era, è e rimane una priorità mia, della Lega e del governo” attaccava Salvini. “Prima lo si fa, meglio è, perché i politici non abbiano nulla in più e nulla in meno rispetto a tutti gli altri cittadini italiani”.

Una posizione dura (e, almeno in apparenza, pura) che Salvini ripeterà più volte, ogni volta che si presta l’occasione. Come il 31 maggio di due anni dopo. Il governo gialloverde è ormai un lontano ricordo, così come la sua poltrona di ministro, ma un voto dei suoi consiglieri regionali calabresi in difesa dei vitalizi in Regione lo costringe a intervenire in fretta e furia nel tentativo di spegnere l’incendio e giustificare un voto che a molti era parso in netto contrasto con le sue posizioni battagliere sul tema. E allora eccolo destreggiarsi in un triplo carpiato dialettico, pur di difendere l’indifendibile.

“Forse non hanno capito bene cosa stavano votando. I calabresi sono gente tosta che chiede più lavoro, strade e ferrovie sicure, ospedali efficienti e un futuro per i propri figli, non certo vitalizi ai politici”. Olè.

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Altro giro, altra supercazzola. E’ il 26 giugno 2020, pochi mesi fa, quando Salvini tuona contro la decisione della commissione Contenziosa del Senato che ha ripristinato i vitalizi per gli ex senatori, questa volta con il voto contrario dei leghisti.

“Il ripristino dei vitalizi per gli ex senatori deciso da questa Commissione del Senato è un segnale disgustoso e vergognoso” tuona il nostro, finalmente senza macchia e senza peccato.

Insomma, sembra che per una volta Salvini sia stato conseguente alle sue dichiarazioni, qualcuno direbbe coerente. Sarà la volta buona che il “capitano” affronti seriamente un tema, mettendosi alle spalle le giravolte del passato? Chi ci crede evidentemente non conosce bene la carriera di questo ex comunista padano federalista convertito al fascio-sovranismo militante.

roberto formigoni

E infatti, siamo ormai ai giorni nostri, due giorni fa, il 13 aprile 2021 quella stessa commissione, restituisce il vitalizio all’ex governatore di Regione Lombardia Roberto Formigoni, in barba a una condanna pesantissima per corruzione nel processo Maugeri e fregandosene bellamente della cosiddetta delibera Grasso che nel 2015 aveva sospeso i vitalizi per i condannati per reati gravi. Questa volta i senatori della Lega, tra cui – udite, udite – c’è anche Simone Pillon, quello secondo cui il Ddl Zan non sarebbe una priorità, votano compatti a favore del ricorso del Celeste, con buona pace di tre anni di dichiarazioni belligeranti del principe dell’anticasta Salvini.

Ma il problema non è nemmeno lui, che “cazzaro” (per citare qualcuno) lo è sempre stato e non ha fatto molto per nasconderlo. Il problema è che c’è ancora qualcuno che gli crede, e addirittura – tenetevi forte – lo vota. Questo è il problema.

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